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Roma Capitale: per l’Anac esiste una ‘prassi corruttiva’

marino e cantone

Sotto accusa l’intero sistema della Capitale: gare, appalti e affidamenti diretti

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LA RELAZIONE DELL’ANAC – C’è un po’ di tutto nella relazione stilata dal Presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) Raffaele Cantone in merito alla gestione di gare, affidamenti e appalti nel Comune di Roma. Il periodo preso in esame dalla relazione è quello che va dal 2012 al 2014, a cavallo quindi delle Giunte Alemanno e Marino. Il numero uno dell’Anac ha rilevato “la sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive”. Il documento, firmato il 10 marzo scorso, campeggia oggi sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali. In esame tantissimi degli ambiti dell’amministrazione capitolina: si va dalla manutenzione stradale fino alla gestione del patrimonio immobiliare, passando per l’assistenza a disabili e anziani. Non si dimentica di analizzare gli appalti e gli affidamenti in materia di manutenzione del verde, nell’acquisto di software e nella gestione dei canili comunali. 

LA REPLICA DI MARINO – Tra i primi a rispondere a quanto si apprende quest’oggi dalle pagine dei quotidiani, è l’ex Sindaco Ignazio Marino. In una nota pubblicata su Facebook l’ex inquilino del Campidoglio pubblica una fotografia che lo vede ritratto assieme a Raffaele Cantone: “Rivendico con orgoglio di essere stato io a volere questa collaborazione, anche firmando nel luglio del 2015 con lo stesso Direttore dell’ANAC il primo Protocollo di Vigilanza Collaborativa fra Comune di Roma e ANAC – scrive Marino – Quella fotografata da Cantone è una realtà fortemente radicata e drammatica, fatta di sistematiche piccole e grandi violazioni che la mia Giunta ha combattuto, sia grazie al coinvolgimento dell’ANAC, sia per l’impegno generoso degli assessori”. 

L’ATTACCO AL PD – L’ex Sindaco torna a puntare il dito contro il suo partito e contro la decisione di concludere l’esperienza della sua Giunta: “Una lotta titanica, la nostra, che ha provocato una reazione violentissima da parte degli ambienti romani che vivono sull’illegalità e che si è interrotta con la sciagurata decisione del Partito Democratico di determinare la caduta del sindaco con le dimissioni di massa dal notaio dei consiglieri del PD e della destra”. Marino conclude ricordando che il sistema di corruzione messo in luce da Mafia Capitale prima, e dall’ANAC dopo, non nasce con il suo arrivo in Campidoglio: “L’indagine di Cantone riguarda gli anni dal 2012 al 2014, ma vorrei far notare che quello che è stato accertato non nasce nel 2012. Le pratiche opache che io ho tenacemente combattuto sono figlie di un sistema malato che ha le sue radici anche nelle amministrazioni precedenti, e sarebbe puerile negarlo. La differenza fra la mia amministrazione e quelle che l’hanno preceduta è che io ho cercato di cambiare questo sistema”.

Leonardo Mancini