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Salta anche il listino della Polverini. Tra denunce e ricorsi il Lazio e’ nel caos

polverini

La tempesta non si placa. Dopo la mancata presentazione della lista PdL nella  provincia di Roma, Renata Polverini non riesce a credere alle proprie orecchie.
L’Ufficio Centrale della Corte d’Appello capitolina ha riscontrato l’ennesima irregolarità. Questa volta nella presentazione, alle elezioni regionali, del listino collegato alla sua candidatura.
Il vicecoordinatore PdL nel Lazio, l’europarlamentare Alfredo Pallone, ha dimenticato di siglare,  in quanto rappresentante di lista, alcuni incartamenti. La causa è da ricercare, a suo dire, nel clima di bagarre creatosi presso il Tribunale di Roma, che ha portato alla denuncia di alcuni militanti radicali, per aver impedito il legittimo esercizio del diritto di voto. Radicali che, per tutta risposta e per nulla intimoriti,  hanno reagito dando mandato ai propri legali di procedere per calunnia. 

Ma le notizie si inseguono e, come il senso comune ci insegna, non c’è due senza un terzo, incredibile e quasi comico accadimento. Si riscontrano problemi anche sulla lista civica a supporto della candidata di centrodestra, recante un simbolo troppo simile a quello di Fabio Polverini, presentatosi a sua volta con una lista collegata a Forza Nuova.

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Tutto questo avviene all’indomani dell’inaugurazione di una maratona oratoria, allestita rapidamente in piazza San Lorenzo in Lucina, dove l’ ex leader UGL, temprata da una vita di comizi e battaglie sindacali, incita i propri sostenitori.
In suo supporto accorre  il sindaco Alemanno, intervenuto nella giornata del 28 febbraio. “Da oggi inizia la nostra grande rincorsa” afferma il primo cittadino “ non chiudiamoci in casa, facciamo sentire la nostra voce con rabbia”.
La determinazione non manca. Ai radicali neppure. E non perdono occasione per sottolineare come, paradossalmente, si chieda il rispetto della legalità e contestualmente ci si predisponga, con una maratona oratoria, ad infrangere una norma presente nel protocollo sui comizi elettorali.
Dagli alleati, intanto, arriva una doccia fredda.
Sorvolando sull’epigrafica esternazione di Bossi che definisce i protagonisti della vicenda come“dilettanti allo sbaraglio”;  o al lapidario status di “errori raccapriccianti” conferitogli dal ministro Zaia, i cori di disappunto non paiono esaurirsi. Pierferdinando Casini, commentando i fatti di questi giorni, fa ordine e dichiara che “non c’è nessun pasticcio delle liste, ci sono solo regole che vanno rispettate. Sarà la magistratura a fare la sua parte”.
Già, la Magistratura. Perché a quanto pare il Capo dello Stato, tirato per la giacchetta anche dal sindaco capitolino, non è disposto a spendersi per la causa della Polverini. Né d’altra parte il suo ruolo di garante lo consentirebbe.
Ed allora non resta che attendere i verdetti della Corte d’Appello. Nel caso del listino qualche speranza c’è, come ricorda Ciocchetti  (UdC) “La lista regionale è una lista civica, non di partito. Piso e Pallone dovevano firmare per la lista PdL, non per il listino, quindi la Corte d’Appello ha sbagliato perché il problema della controfirma di Pallone non si pone”. Ed entro la mattina di mercoledì verrà presentato il ricorso alla stessa Corte d’Appello.
Niente da fare invece per il primo dei ricorsi presentati.
L’istanza presentata all’Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Roma, per rimediare al pasticcio di Milioni, il minisindaco del XIX Municipio, che tra un panino ed una chiacchierata si era presentato alle 12.45, è stata rigettata.
Resta ancora da giocare la carta del TAR che, se accetterà il ricorso, dovrà inevitabilmente far slittare le elezioni, per garantire il regolare svolgimento dei 30 giorni di campagna elettorale, come previsto dalla legge.
Ed allora prepariamoci a tutto.

Fabio Grilli