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Scritte sui marciapiedi per l’uscita di un film, i cittadini insorgono

incrocio viale beethoven

La replica: “Tutto autorizzato, materiali biodegradabili e non inquinanti”

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LA SEGNALAZIONE – Riportiamo la segnalazione di una lettrice, e non è la sola, che prontamente ci comunica di una campagna pubblicitaria molto sopra le righe. “Quest’oggi ho rinvenuto sul marciapiede di viale Europa all’altezza del civico 1, una scritta in vernice. Evidentemente l’agenzia di comunicazione del film in prossima uscita, ha ritenuto di poter imbrattare a suo piacimento i marciapiedi della città”. 

LE REAZIONI DI CITTADINI – La campagna pubblicitaria sembra essere stata notata in diversi punti della città, infatti sono molti i cittadini che hanno reagito commentando direttamente sulla pagina Facebook del film in uscita. “Ora chi si preoccuperà a ripulire la città di tutte le scritte con cui l’avete imbrattata? Spero chi si occupa della campagna pubblicitaria pagherà un pesantissimo verbale per questo abuso assurdo!”. E ancora: “Sì ok promuovete il vostro filmetto ma non imbrattate le strade di Roma con la vostra pubblicità, che la vernice dai marciapiedi non viene via tanto presto”. Ma soprattutto: “La campagna pubblicitaria che state facendo imbrattando i marciapiedi è autorizzata? Gli arredi urbani saranno ripristinato quando (finalmente) avrete finito?”.

LA RISPOSTA DELL’UFFICIO STAMPA – Per avere delucidazioni in merito alla campagna abbiamo contattato l’ufficio stampa del film, che ha voluto rassicurare i cittadini. Per la campagna di questo film, ci comunicano, sono stati utilizzati dei materiali biodegradabili che non inquinano e che spariscono da soli. L’attività, ci dicono, è pienamente legale e autorizzata. Su Roma la campagna partita oggi non è stata accolta bene sui social network, l’ufficio stampa sta monitorando la pagina risponderanno privatamente agli utenti. Se dovesse essere necessario, assicurano, bloccheranno la campagna rimuovendo i graffiti.

LE AUTORIZZAZIONI – Che si autorizzino questo tipo di campagne pubblicitarie, in una città che lotta da decenni contro l’affissione abusiva e discriminata, ci lascia piuttosto perplessi. L’unica cosa che in questa vicenda resta vera è che purtroppo la pubblicità, buona o cattiva che sia, resta sempre pubblicità.

LeMa