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Stadio della Roma: tutto fermo in attesa della variante

Si torna a discutere di mobilità e del Ponte di Traiano, stralciato dal progetto

Tratto da Urlo n.162 Novembre 2018

TOR DI VALLE – Proseguono le indagini dei magistrati romani in merito alla vicenda che nei mesi scorsi ha coinvolto il progetto del nuovo Stadio della Roma in zona Tor di Valle. Mentre il patron di Eurnova e Parsitalia, Luca Parnasi, non è più ai domiciliari (seppur con l’obbligo di firma) l’iter per la realizzazione dell’impianto e del Business Park annesso sembra andare molto a rilento. Nonostante i tempi per la posa della prima pietra siano ormai inesorabilmente destinati ad allungarsi, il DG della società giallorossa, Mauro Baldissoni, nel corso dell’assemblea degli azionisti ha commentato le vicende giudiziarie spiegando che “c’è stato qualche ritardo a causa dell’inchiesta e degli arresti ma rimaniamo ampiamente fiduciosi”. E ancora, ha continuato il DG: “Le attività vanno avanti con il Comune di Roma e, dopo la conferenza di servizi, ci sarà la discussione della convenzione urbanistica che poi verrà presentata all’Assemblea Capitolina insieme alla variante”.

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IL PONTE DEI CONGRESSI – Fiducia che però nei giorni scorsi potrebbe essere stata leggermente intaccata dalle vicissitudini legate alla realizzazione del Ponte dei Congressi, infrastruttura di collegamento, forse, indispensabile visto lo stralcio del Ponte di Traiano, in seguito alla riduzione di cubature voluta dall’Amministrazione grillina. Infatti il 12 ottobre scorso l’Assessora capitolina ai Lavori Pubblici, Margherita Gatta, ha parlato dello stralcio di parte dei fondi destinati all’opera: “Desidero rassicurare la cittadinanza: è intenzione dell’amministrazione realizzare il Ponte dei Congressi. I fondi previsti nel 2018 sono stati semplicemente spostati nel 2019 perché è un’infrastruttura complessa e ha bisogno di ulteriori passaggi tecnici e step”. Anche se si tratta soltanto di uno spostamento di fondi, l’operazione ha destato non poca preoccupazione.

L’INTERESSE DEL MINISTERO – Ma sembrano essere proprio le vicende legate alla mobilità e alle infrastrutture a preoccupare maggiormente le istituzioni, rallentando di fatto l’iter per l’ok allo Stadio. Non sarebbe soltanto il Campidoglio a volerci vedere chiaro, con la doppia indagine sugli atti relativi al progetto avviata sia internamente che con l’ausilio del Politecnico di Torino. A spiegarlo, sul finire del mese di ottobre, è stato il Messaggero, citando un’indagine che sarebbe stata aperta dal Ministero dei Trasporti, proprio in merito ai progetti sui ponti legati allo Stadio, sulla scia delle intercettazioni telefoniche nelle quali i proponenti stessi parlavano di “caos” senza la realizzazione del Ponte di Traiano.

I DUE PONTI – Quello che nelle prossime settimane sarà al centro del dibattito, quantomeno prima dell’arrivo in Aula Giulio Cesare della variante urbanistica, è se il quadrante di Tor di Valle potrà sopportare i volumi di traffico attesi con la realizzazione dello Stadio e del Business Park. Se quindi potrà bastare la realizzazione del Ponte dei Congressi (comunque non immediata o contemporanea all’impianto) oppure se sarà necessario reintrodurre nell’equazione anche il Ponte di Traiano, che originariamente sarebbe stato a carico dei privati a fronte di maggiori cubature sull’area.

Andrea Calandra