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Trasporto pubblico: nella capitale stipendi a rischio

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Intanto infuria la polemica sui possibili rincari del titolo di viaggio

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I COSTI DEL TPL – Mentre AtaC avvia il passaggio alle card elettroniche del tipo ‘chip on plastic’ che andranno a sostituire gli abbonamenti mensili magnetici, si apre la polemica sul possibile rincaro del titolo di viaggio. È stato il primo cittadino dai microfoni di Radio Popolare a parlare degli altri costi del servizio che potrebbero, nei prossimi mesi, portare la municipalizzata al collasso. Il Tpl a Roma costerebbe oltre 500 milioni di euro “Noi vogliamo essere estremamente rigorosi – ha spiegato il Sindaco Marino – stiamo facendo dei tagli severissimi, ma al di sotto di 240 milioni di euro, ad ottobre ci troveremo in difficoltà a pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Atac”.

I TAGLI AI FONDI – “Fino al 2009 il Comune di Roma riceveva 300 milioni di euro all’anno per far funzionare il tpl – seguita il Sindaco – Nell’ultimo anno, la presidente che ha preceduto Nicola Zingaretti ha indicato come somma per tpl di Roma zero euro. Zingaretti, su mia richiesta, l’anno scorso ha inserito 100 milioni e, quest’anno 140 milioni di euro, facendo degli sforzi importanti perché ha ereditato un bilancio regionale con disavanzi miliardari. Questa è la Capitale d’Italia – ha concluso – se deve avere un trasporto pubblico all’altezza, deve avere i fondi per poterlo fare, per questo abbiamo presentato il problema a Palazzo Chigi”.

MIGLIORARE IL SERVIZIO PRIMA DI QUALSIASI AUMENTO – Tra le tante ricette, più o meno fantasiose, si sarebbe anche ipotizzato l’aumento del costo del titolo di viaggio. Proposta presto smentita dal Sindaco Marino: “Sono assolutamente contrario, in questo momento ad aumentare ulteriormente le tariffe, soprattutto quella del ticket – afferma il sindaco – Questo potrebbe essere accettato o accettabile a fronte di un miglioramento del servizio. Noi dobbiamo puntare ad un’efficienza migliore servizio, ma con un finanziamento così basso per il tpl, noi non riusciremo a fare quegli investimenti che servono, per esempio, per sostituire un numero importante di autobus o tram che sono anziani”.

AUMENTI E INVESTIMENTI – Le critiche arrivano principalmente in relazioni ai costi dei servizi per i cittadini: “Grande il sindaco Marino ed il centro sinistra – dichiara il Consigliere al Municipio IX, Gino Alleori – continuano con la loro politica di mettere le mani nella tasche dei cittadini senza minimamente diminuire gli sprechi. Anzi, dopo l’aumento delle tariffe asili, aumento tariffe parcheggi strisce, aumento soldi alle cooperative che si occupano dei rom (5 milioni in più e 3.5 milioni in meno ai disabili nell’ ultimo bilancio di Roma capitale), adesso tocca al trasporto pubblico. È sua intenzione aumentare l’abbonamento annuale passando da 250 euro a 280 euro. Questo – conclude – significa mettere le mani nelle tasche degli italiani che non hanno alternativa al trasporto pubblico: studenti, famiglie e pendolari”. Differente la posizione del Presidente della Commissione Mobilità e consigliere Sel in Campidoglio, Annamaria Cesaretti, che auspica un piano straordinario di investimenti sul trasporto pubblico: “La situazione finanziaria di ATAC non è in questo momento in grado di garantire un servizio accettabile ai cittadini romani tale da legittimare un aumento delle tariffe. Bene ha fatto quindi il sindaco Marino a dichiararsi contrario a qualsiasi aumento del bit se non in presenza di un piano straordinario e un aumento dei fondi da destinare al trasporto pubblico locale degno della capitale. A sostegno della richiesta di maggiori fondi si fa presente che circa 1/3 delle vetture risulta essere obsolete. E quindi un incremento delle risorse consentirebbe una maggiore manutenzione delle vetture e l’acquisto di nuove per un rilancio complessivo del TPL”.