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Valco S. Paolo: il futuro del Polo Natatorio passa per gli Europei del 2022?

Nuovi annunci sulla possibile ripresa dei lavori per la piscina dei mondiali chiusa dal 2009

Tratto da Urlo n.170 Luglio 2019

VALCO SAN PAOLO

Dieci anni di annunci, scadenze rinviate, perizie, costi che si aggiungono, degrado e ancora annunci, ma dell’effettiva riapertura Polo Natatorio di Valco S. Paolo nemmeno l’ombra. I romani hanno imparato a riconoscere da lontano il profilo delle Vele di Calatrava, simbolo dell’inefficienza e delle opere incompiute nella Capitale. Ma anche il quadrante di Valco San Paolo, ormai in piena espansione grazie a Roma Tre, ha la sua porzione di incompiuti, e questa deriva dai mondiali di Nuoto del 2009.

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UNA SPERANZA PER GLI EUROPEI

La struttura è stata in funzione per un solo mese, quel poco necessario per alcuni allenamenti degli atleti partecipanti alla rassegna mondiale, prima di chiudere per problemi strutturali. Da quel momento sono partite delle inchieste giudiziarie e il Polo è rimasto bloccato e controllato a vista da un servizio di guardiania privato pagato dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN). Oggi il destino del Polo Natatorio potrebbe essere legato alla candidatura di Roma ad ospitare gli Europei del 2022. Il 20 giugno scorso la Sindaca, incalzata dai cronisti, ha risposto ad una domanda sul completamento delle Vele di Calatrava: “Demolirle o costruirle costerà qualche centinaia di milioni. In questo momento è più facile concentrarci su Valco San Paolo”. Naturalmente questo assist è stato immediatamente colto dal Presidente della Federazione, Paolo Barelli, che ha annunciato la volontà di insistere su questo tema: “Ho chiesto un incontro alla Sindaca per far sì che tra 12 mesi il Polo di Valco San Paolo sia aperto”. Dodici mesi quindi. Ma intanto sembra che l’iter sarebbe al palo da tempo: “Abbiamo avuto un incontro con l’Assessore allo Sport Frongia un mese fa – ci racconta il presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri – e abbiamo appurato che il Comune al momento non ha elementi certi, se non l’interlocuzione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Sembra chiaro che un’accelerazione sul progetto non può che passare dalla volontà di inserirlo in una eventuale candidatura della Capitale.

LA VICENDA FINO A OGGI

Il costo della struttura si è aggirato sui 16 milioni di euro, ma per rigenerarla, oggi, ne servirebbero altri 3. Dopo la chiusura nel 2009, infatti, il Polo è caduto nel più totale abbandono, nonostante gli annunci sulla ripresa dei lavori del 2013. Purtroppo in questa storia, di promesse, ne abbiamo sentite tante e tutte puntualmente disattese. Proprio nel marzo del 2013 si parlava addirittura di una riapertura in estate, con la possibilità di concedere l’impianto non soltanto agli atleti della FIN, ma anche, con canone popolare, ai residenti del Municipio VIII. Come le altre opere della stagione dei “grandi eventi”, anche il Polo di Valco S. Paolo allora rientrava nelle competenze dell’Unità Tecnica di Missione del Consiglio dei Ministri, dalla quale era partito un avviso di pre-informazione per la selezione di imprese che si sarebbero dovute occupare del completamento della struttura, con fondi pari a 3 milioni e 400mila euro (portando il costo complessivo dell’opera a 19 milioni e 400mila euro). Ma poi non se n’è saputo più nulla. Nell’area intanto cresceva l’impegno (anche urbanistico) di Roma Tre, così il Rettore nel luglio del 2014 spiegava che il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Lazio-Abruzzo-Sardegna (che aveva preso in cura la vicenda) avrebbe appaltato il primo lotto della ristrutturazione, quello riguardante la parte strutturale. Venivano quindi aperte le buste del famoso bando del 2013 e l’11 luglio 2014 l’area veniva consegnata all’impresa aggiudicatrice, la SICRA Srl, per iniziare i lavori che avrebbero dovuto avere una durata di circa 180 giorni. Poi ci sarebbe dovuta essere una seconda fase riguardante le opere impiantistiche e civili per arrivare alla consegna del Polo Natatorio entro giugno del 2015. E questa volta qualcosa sembrava veramente muoversi: nel dicembre del 2014 i cantieri venivano aperti e iniziavano i lavori di completamento, per poi bloccarsi e far ricadere tutto nel dimenticatoio.

GLI ULTIMI ANNI

Dopo altro silenzio su questa e sulle altre opere relative ai Mondiali, il 26 aprile del 2017, durante una visita al Centro Federale di Ostia, la Sindaca Virginia Raggi tornava a parlare del Polo: “C’è da lavorare, siamo già in contatto con la FIN e il Governo per sistemare quelli che sono stati i danni. Ci sono delle scelte che funzionano e altre che non hanno funzionato: probabilmente ci sono stati altri interessi dietro”. In quell’occasione dalla FIN facevano sapere che in diversi lotti, entro il 2018, si sarebbe dovuto intervenire sulle aree esterne, mentre già al termine del 2017 le parti interne sarebbero state completate. La volontà in quel frangente era quella di mantenere alta l’attenzione e di evitare ulteriori perdite di tempo. Ma come sappiamo ad oggi la struttura è ancora chiusa.

IL MUNICIPIO VIII VUOLE ESSERE COINVOLTO

Nel frattempo il Municipio VIII, seppur a fasi alterne, ha cercato di mantenere alta l’attenzione su quest’opera incompiuta. In ultima battuta la maggioranza è riuscita ad approvare un atto presentato dal consigliere di Leu, Samuele Marcucci, che sottolinea come il Polo Natatorio sia rimasto immobile in una zona che invece sta subendo profonde trasformazioni: “Come Municipio – spiega – vorremmo partecipare al processo per riavviare i lavori che dal Comune ci dicono aver rimesso in moto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo – aggiunge Marcucci – anche nell’ottica di ottenere tutte le opere collegate, come il verde di prossimità, fino alla riapertura di una piscina fruibile per il territorio”. Sul fatto che questo impianto una volta aperto debba essere a disposizione dei cittadini e non solo degli atleti, sono d’accordo tutte le forze politiche, compresi gli esponenti locali del M5s: “Noi e il Comune attendiamo con ansia la gara d’appalto che dovrà disporre il SIMU – ha dichiarato il capogruppo penta-stellato Enrico Lupardini – Sappiamo che dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno disposto interventi per circa 2 milioni di euro suddivisi in vari lotti. Una parte dei fondi sono già stati dati al Simu per pubblicare i bandi di gara e si procederà con essi lotto per lotto”. Per cercare di fare chiarezza sulle procedure, che dopo dieci anni di attesa non possono che essere particolarmente ingarbugliate, il consigliere Pd e presidente della commissione Urbanistica Municipale, Luca Gasperini, ha confermato la volontà di procedere con una serie di approfondimenti: “Convocherò quanto prima tutti gli attori interessati in Commissione per capire quale sia lo stato dell’arte e quali i prossimi passi da intraprendere. Il Municipio – afferma il consigliere dem – in questo processo non vuole per nessun motivo essere uno spettatore inerme”. La strada per arrivare alla conclusione di questa vicenda sembra essere tracciata nella candidatura della Capitale: “Lo slancio degli Europei può diventare un motivo di rilancio per questo progetto – commenta il consigliere di Fi, Simone Foglio – Certo è che se il panorama che ci si prospetta è quello della sinistra al governo del Municipio VIII e del M5s in Campidoglio, non credo che infrastrutture come questa o eventi come gli Europei di nuoto, possano avere vita facile”.

Leonardo Mancini