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    Nuovo Stadio della Roma: al via la Conferenza di Servizi

    stadio plastico

    Intanto dal Municipio IX una Memoria di Giunta pone le priorità del territorio

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    ORE CRUCIALI PER IL PROGETTO – Al momento è ancora in corso la Conferenza di Servizi sul nuovo Stadio della Roma. Due appuntamenti consecutivi dedicati dapprima ai tecnici e successivamente a tutte le altre componenti interessate al progetto. Intanto già alla vigilia di questo importante appuntamento si sono moltiplicate le dichiarazioni e le prese di posizione di politica e associazioni. 

    LA MEMORIA DI GIUNTA MUNICIPALE – In particolare dal Municipio IX è stata prodotta una Memoria di Giunta che stabilisce le priorità per il territorio municipale: “Alla conferenza servizi – spiegava ieri il Presidente Andrea Santoro – proporremo una serie di adeguamenti del progetto, varati dalla Giunta, che riguardano le infrastrutture viarie, la rete della mobilità e più in generale la riqualificazione ambientale del quadrante territoriale in cui è inserita l’opera. Si tratta di correttivi fondamentali poiché vogliamo trasformare la realizzazione dello Stadio in una reale opportunità per il territorio e per l’intera città in termini sportivi, sociali e occupazionali, ma anche in termini di riqualificazione ambientale e di adeguamento delle infrastrutture alle nuove esigenze di mobilità”.

    LE PRIORITÀ – Tra le priorità individuate dalla Giunta municipale spicca il tema della mobilità con gli interventi di potenziamento della ferrovia Roma-Lido e l’adeguamento degli assi stradali Via del Mare–Via Ostiense da Viale Marconi ad Acilia. “Inoltre seguita Santoro – chiederemo l’adeguamento dell’intera rete delle infrastrutture viarie e di trasporto, e che si prevedano adeguate misure di incentivo alla mobilità alternativa, come il completamento della pista ciclabile dall’altezza di Castel Sant’Angelo fino ad Ostia, la realizzazione di ponti ciclopedonali sul Tevere, sulla Via Ostiense e Via del Mare, e la realizzazione di banchine fluviali per l’attracco dei battelli”.

    NECESSARIO UN PIANO DI AREA – Una trasformazione questa che secondo Santoro va inserita in un quadro più ampio che permetta di valutare impatti e necessità anche sul medio e lungo periodo: “In considerazione dell’impatto urbanistico dell’opera, ritengo improrogabile la realizzazione di un Piano di area per mettere a sistema tutte le trasformazioni urbanistiche e le grandi opere previste nel quadrante Fiumicino-Ostiense-Magliana, nel quale si inquadrino anche lo Stadio della Roma e il Centro direzionale di Tor di Valle”.

    MAGGIORI INTERVENTI PER IL TERRITORIO – È poi l’Assessore all’Ambiente nonché vice Presidente del Municipio IX, Alessio Stazi, a prendere la parola per chiarire la posizione dell’ente territoriale nei confronti del mega-progetto: “Se ne vogliamo parlare, quanto previsto va concretamente modificato, perché dobbiamo anteporre gli interventi d’interesse pubblico necessari per l’ambiente e la vivibilità del territorio che necessita di una riqualificazione complessiva e strutturale – prosegue Stazi – così per i sistemi di mobilità, la viabilità come il trasporto pubblico, ed in particolare la Roma-lido, che devono essere completamente trasformate. Allo stesso tempo si deve provvedere alla progettazione di interventi volti ad eliminare i miasmi del depuratore Acea, in quanto già oggi la vivibilità dell’area ne risente pesantemente. Inoltre si devono approfondire le valutazioni di impatto ambientale, le specificità dell’assetto idrogeologico dell’area e l’impatto degli sviluppi di tutte le trasformazioni urbanistiche previste nel quadrante”. L’Attenzione secondo Stazi deve essere volta ad evitare una nuova cattedrale nel deserto, che in più complichi la vita ai cittadini della zona e ai tanti pendolari che ogni giorno utilizzano la Roma-Lido o la via del Mare: “Lo Stadio potrà essere un’opportunità economica e occupazionale per la città solo se sarà compatibile con le esigenze strutturali del territorio, e questo è indispensabile perché il sogno di molti tifosi non può trasformarsi nell’incubo di migliaia di cittadini”. Una posizione assolutamente condivisibile, soprattutto se si pensa alla contropartita che rimane in ballo sul progetto, cioè l’edificazione di circa 1 milione di metri cubi: “Che si prevedrebbero – seguita – per compensare i soldi dell’investimento: uffici, alberghi e centri commerciali a compensazione delle opere di urbanizzazione ed infrastrutturazione. Una cifra spropositata, considero personalmente, che credo vada ridimensionata, ma che anche nel caso dell’auspicata riduzione potrà e dovrà tenere conto delle opere di infrastrutturazione e riqualificazione evidenziate come necessarie”

    L’INCONTRO IN CAMPIDOGLIO – In queste ore è anche un altro incontro a suscitare l’interesse di tecnici e tifosi, quello del Sindaco di Roma Ignazio Marino con il costruttore Luca Parnasi e l’architetto, Daniel Libeskind: “Abbiamo parlato sia dello stadio sia degli edifici che l’architetto Libeskind vuole realizzare – ha spiegato il Sindaco Marino come riporta Omniroma – L’idea è quella di un’area urbana che possa essere vissuta vicino allo stadio e al Tevere. Abbiamo espresso le nostre perplessità su alcuni aspetti come il trasporto pubblico e l’utilizzo di uno spazio urbano così importante in maniera che sia sicuro non solo quando ci sono le partite ma anche quando non ci sono grandi eventi sportivi. Abbiamo chiesto una serie di dettagli in più specificando che dopo la conferenza dei servizi indicheremo per iscritto quali sono le nostre perplessità, che sono di tipo costruttivo ma che devono essere risolte prima che venga dichiarato l’interesse pubblico per la città”. Il Sindaco ha poi concluso con l’apertura nei confronti delle tante perplessità sul progetto mosse nelle ultime settimane: “A conclusione dell’incontro l’architetto ha sottolineato che loro non hanno mai lavorato con un ‘prendere o lasciare’ ma hanno sempre lavorato in ogni Paese ascoltando le esigenze della municipalità affinché siano assonanti a quella che è la loro visione. La loro idea – conclude -non è quella di disegnare edifici che possano essere realizzati in qualunque parte del pianeta ma che abbiamo una loro peculiarità, quindi essere tipici dell’area urbana dove sono realizzati”.

    Leonardo Mancini