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    Roma-Lido in stato d’abbandono, Metro B in ginocchio

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    In attesa della Regione, con gli interventi previsti per lo Stadio si rischia di tralasciare la Roma-Lido, e mettere ulteriormente in difficoltà la linea B: altro che interesse pubblico

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    Tratto da Urlo n.127 luglio 2015

    NUOVO STADIO DELLA ROMA – I lavori dovrebbero cominciare alla fine di quest’anno e il 2018 come data di conclusione è ancora un must nei discorsi della Società. Intanto il 15 giugno è stato presentato il progetto all’Eur. Abbiamo visto le carte, la documentazione, ma anche i cittadini dei comitati schierati contro l’edificazione ed identificati dalla polizia durante la presentazione. Abbiamo visto tutte le soluzioni per raggiungere facilmente lo Stadio e il Business Park, senza però che venga centrato, perlomeno a nostro parere, il reale interesse pubblico per tutta la città. Dov’è quel ritorno, in termini di interventi a favore della cittadinanza, che dovrebbe, sempre a nostro parere, caratterizzare un’opera così importante?

    Tra gli elementi che più hanno interessato il nostro giornale infatti c’è il tema della mobilità, in relazione all’intervento Stadio più Business Park, nel contesto più ampio della città. Chiarissima la posizione del Sindaco, che vorrebbe vedere almeno il 50% dei tifosi arrivare allo stadio attraverso il trasporto pubblico. Infatti nella delibera comunale, che sancisce l’interesse pubblico dell’opera, uno dei punti fondamentali riguarda proprio il sistema dei trasporti, parlando di potenziamento del “trasporto pubblico su ferro a servizio dell’area di Tor di Valle e della città con frequenza di 16 treni/ora nelle fasce orarie di punta giornaliere, prioritariamente attraverso il prolungamento della linea B della Metro fino a Tor di Valle”, ma anche con il “contestuale potenziamento della Roma Lido”. Il calcolo è facile, e in questi giorni è rimbalzato sulle pagine di molti quotidiani: circa 19.200 passeggeri l’ora, pari proprio a quei 16 treni ogni 60 minuti che rappresentano anche la capacità massima della linea B. Quindi, come si potrebbe con uno “sfioccamento” (è questo il termine tecnico che indica la diramazione di una linea metro) mantenere questa cadenza di treni nella diramazione di Tor di Valle? “È un elemento che può aiutare perché crea un’altra direttrice di trasporto, ma va approfondito sulla progettualità e sulla fattibilità, soprattutto dopo i ritardi rilevati sullo snodo di Jonio (Linea B1, ndr) – ci spiega la Presidente della Commissione Capitolina Mobilità, la Consigliera Sel Annamaria Cesaretti – Anche lo studio di fattibilità va approfondito, per le frequenze che si potranno ottenere sulla tratta principale”. Non si può certo pensare di bloccare o rallentare eccessivamente il servizio in partenza dal Capolinea Laurentina, per il quale si punta ad un minimo di 8 treni/h. Da questa considerazione non è difficile comprendere che senza un potenziamento del tratto della Metro B tra Magliana e Bologna (con portata massima di 16 treni/h) “qualsiasi diramazione della linea B – scrivono i progettisti – penalizza il precedente capolinea, Laurentina. Questo aspetto negativo non può essere eliminato sino a quando non verrà effettuato il potenziamento del tratto centrale della linea B”. Una situazione del tutto identica a quella evidenziata con la tratta B1 Bologna-Jonio. “Deviare la linea B non ha senso – spiega il Consigliere Comunale del M5S, Enrico Stefàno – Abbiamo sotto gli occhi l’esempio della B1. Dove si aggiungono delle stazioni senza fare lo stesso con i treni non si fa altro che aumentare i tempi di attesa per i passeggeri”. Quindi come si possono assicurare 16 treni l’ora da Tor di Valle, assieme agli 8 minimi da Laurentina, con una rete che ne sopporta soltanto 16? La risposta si evince dal progetto, dalla delibera e da qualche dichiarazione: dividendo equamente fra Metro B e Roma-Lido il carico dei 16 treni l’ora, garantendo, quindi, per ciascuna linea un utilizzo di 9.600 passeggeri ogni 60 minuti.

    Diventa quindi essenziale che si punti con forza a quel “potenziamento della Roma-Lido”, richiamato anche dalla delibera comunale, che però resta di assoluta competenza della Regione Lazio. Soprattutto se si considerano i disagi, in molti casi delle vere e proprie “giornate di ordinaria follia” che i tanti pendolari di questa linea vivono ormai da troppo tempo. Tra treni saltati, scioperi e vagoni senza aria condizionata, in cui si viaggia stipati come bestiame a causa di ritardi anche di un’ora, le aggressioni e le difficoltà di gestione per gli stessi operatori della tratta. “Conosciamo bene le problematiche della Roma-Lido che vanno affrontate in maniera globale – ha detto l’Assessore Sabella il 6 luglio scorso dopo alcune giornate di passione per i pendolari romani – coinvolgendo tutti gli enti che hanno delle responsabilità su questo tratto di ferrovia che è una linea assolutamente vitale per questo territorio”. “La Roma-Lido così com’è fa schifo – gli fa eco il Sindaco MarinoNon possiamo continuare ad avere servizi che non sono all’altezza di una capitale europea”. Rendere questa linea moderna, ma soprattutto efficiente e funzionante potrebbe essere quindi il vero discriminante dell’intero progetto. Mancare questo obiettivo dovrebbe, quantomeno a nostro parere, far cadere l’intero castello di carte costruito per sorreggere l’interesse pubblico. Oltre a mancare l’occasione, unica per una città in difficoltà economica come Roma, di allocare con intelligenza e lungimiranza una grande quantità di fondi (privati) su di un asse fondamentale per la città stessa. L’ammodernamento, secondo il Consigliere penta-stellato Stefàno, rappresenta un obiettivo irrinunciabile: “A prescindere dallo stadio, che è un progetto che comunque contestiamo, sarebbe opportuno rendere la Roma-Lido un servizio efficiente. Basterebbe poco – spiega – servirebbe comperare dei nuovi mezzi, con investimenti limitati in rapporto al ritorno, non solo economico, sulla linea che serve Ostia e 350mila persone”. Sicuramente per migliorare il servizio bisognerebbe intervenire su tutta la linea, con un ammodernamento generale dell’impiantistica esistente: “Certo – risponde Stéfano – ma di quanto parliamo? Di 100milioni? Praticamente 400 metri della Linea C. Con la stessa cifra si renderebbe efficiente la Roma-Lido, una linea con un potenziale enorme che non viene valorizzato – conclude – Basterebbe rendere efficiente quello che già c’è, garantendo quei 7 minuti tra un treno e l’altro che ad oggi non vengono rispettati”.

    È così che la Roma-Lido assume in questo intervento un ruolo di primo piano. Il suo ammodernamento, solamente citato all’interno della delibera, non viene finanziato dal progetto. Per questo bisognerà aspettare le conferenze di servizi che la Regione Lazio attiverà nei prossimi mesi, visto che la linea in questione ricade all’interno delle sue competenze. “Questo è un punto irrinunciabile perché l’operazione stadio possa funzionare – seguita la Consigliera Cesaretti – Se non si ammoderna e non si rende metropolitana leggera la Roma-Lido, l’accesso allo stadio per i tifosi tramite mezzi pubblici sarà insostenibile e irrealizzabile: si stanno già rigenerando i treni e migliorando i sistemi di controllo, per renderla efficiente a prescindere dallo Stadio. Ma se si aggiunge questo intervento – sottolinea la consigliera – allora diventa un punto irrinunciabile, altrimenti si va ad appesantire in termini di mobilità una situazione già molto critica per i cittadini residenti in quel quadrante della città”. La palla su questo intervento è quindi passata alla Regione, anche se dalla Commissione Mobilità ci spiegano come si siano tentate anche altre strade: “Abbiamo chiesto, come Consiglio e Commissione, la possibilità del trasferimento della proprietà della tratta al Comune di Roma – seguita Cesaretti – Se questo passaggio avvenisse allora la proprietà e la gestione dell’Atac sarebbero completamente omogenee”. Uno scenario interessante, che comunque non può prescindere da quella che deve essere una posizione forte, politica e non solo, nella richiesta di un ammodernamento. Altrimenti si rischia di perdere di vista il nodo dell’interesse pubblico: individuare degli interventi che migliorino la città tutta, e che non siano percepiti soltanto da coloro che si recheranno allo Stadio e al Business Park. Una posizione difficile da tenere qualora non si riescano a realizzare interventi come quello sulla Roma-Lido: “Non c’è alcun interesse pubblico – spiega il Consigliere Capitolino del M5S, Daniele Frongia – Tutti i miglioramenti infrastrutturali servono soltanto lo stadio, mentre i Municipi confinanti e i pendolari avranno soltanto disagi”. Il Consigliere parla di un vero e proprio “disinteresse pubblico”.

    Leonardo Mancini