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COLOSSELLA VA IN CITTÀ

Dal 15 dicembre in più di 50 supermercati di Roma e della provincia sono in vendita le mozzarelle di  latte di bufala del Lazio certificate Colossella. Presto in vendita anche gli altri prodotti trasformati.

E? iniziata la commercializzazione di Colossella. Da lunedì 15 dicembre nei primi 58 supermercati di Roma e provincia è possibile acquistare la mozzarella di latte di bufala del Lazio con il marchio di qualità Colossella. A lanciare per primi la commercializzazione delle mozzarelle made in Lazio sono i punti vendita Pim e Sir della catena Gros e i Sidis e Ser Franco del Gruppo Mercurio. La vendita riguarda, per questo primo periodo, la sola mozzarella di latte di bufala, ma è prevista per i prossimi mesi la distribuzione di altri trasformati derivati, anche da latte bovino. A partire dal mese di marzo saranno in vendita i formaggi trasformati da latte ovino e caprino, tutti col marchio Colossella.

Un risultato davvero esaltante per la Regione Lazio, raggiunto in tempi molto rapidi (in soli 8 mesi) grazie al grande lavoro di concertazione allevatori, produttori, distributori commerciali e istituzioni locali e regionali.

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Un?iniziativa che è riuscita a trasformare una grave crisi di mercato del comparto in una opportunità di crescita. A sottolineare la soddisfazione per il felice epilogo della vicenda è il presidente del Lazio, Piero Marrazzo, che nel giorno del lancio delle vendite delle mozzarelle Colossella ha dichiarato come ?questo marchio di qualità contribuisce a riabilitare l?immagine del Lazio come terra di cultura, tradizione ed eccellenza. Tutto questo grazie alla nostra grande capacità di fare squadra nei momenti difficili?.
Il percorso del marchio Colossella è nato nell?aprile scorso in seguito all?esplosione del caso di presenza di diossina nella mozzarella di bufala prodotta nel casentino, uno scandalo che fece crollare immediatamente le vendite delle mozzarelle prodotte nel Lazio, paralizzando in pochi giorni tutte le attività produttive legate al settore.

Il marchio di qualità, benché realizzato in stretto giro di pochi mesi, ha previsto una fase molto articolata e complessa per la realizzazione di un Consorzio di produttori e di un disciplinare per il rilascio della certificazione di qualità.

Il Consorzio oggi racchiude oltre 100 allevatori e 15 caseifici, coinvolge 37 comuni delle province di Roma, Latina e Frosinone, e garantisce una produzione di 400 quintali di latte al giorno, pari a 100 quintali di mozzarelle di bufala.
Il disciplinare per il rilascio della certificazione si basa su tre aspetti fondamentali: il controllo di origine della filiera (allevamenti, caseifici e aziende agricole devono operare nell?ambito territoriale), la qualità del latte (corretti indici di grasso, proteine e attitudine casearia), e la garanzia di eticità riferita in particolar modo al benessere degli animali.

Non nasconde la sua soddisfazione anche l?assessore all?agricoltura Daniela Valentini per aver saputo dare ?risposte concrete sia agli allevatori del Lazio, vittime innocenti di una crisi proveniente da altri territori, sia ai consumatori, sempre più esigenti di qualità e sicurezza alimentare?.

?Il nostro obiettivo è fare in modo che l?intera filiera del latte, dalla produzione alla trasformazione fino alla commercializzazione, si concentri tutta nel territorio del Lazio? ha annunciato il presidente del Consorzio Colossella, Salvatore Rinna. Un obiettivo molto ambizioso, visto che oggi il 90% del latte munto dalle circa 20mila bufale ciociare e pontine è venduto e trasformato nel territorio di Caserta, mentre soltanto il 10% dell?intera produzione di mozzarella di bufala si realizza nei caseifici di Frosinone e Latina.

Alessandra De Luca