Home Notizie Regione

Nuova Pontina: da autostrada a vicolo cieco

Ma intanto il Cipe ha approvato una prima parte di finanziamenti pubblici del cosiddetto Corridoio Intermodale: 468 milioni di euro.


Si farà o non si farà? Diventa sempre più ingarbugliato il reticolo fatto d’indiscrezioni spacciate per informazioni, di pratiche burocratiche e ricorsi, denunce e sequestri di documenti. Sembra l’intreccio di un thriller movie, e invece è soltanto la storia del Corridoio Intermodale. Dall’ultima volta che abbiamo affrontato il tema, appena tre mesi fa, ci sono stati colpi di scena tali da far tremare i polsi ai più incalliti lettori di gialli. Ma riprendiamo le fila del discorso. Il Corridoio Intermodale, che la Polverini ha ribattezzato Nuova Pontina, “prevede la realizzazione del collegamento autostradale Roma-Latina con inizio sulla Pontina in località Tor de’ Cenci (esternamente al GRA), e fine a Latina località Borgo Piave – si legge sul sito StradeAnas – per un totale di 55 km circa. L’opera viaria consiste nella realizzazione di un’autostrada a tre corsie per senso di marcia nel tratto tra Aprilia Nord e Latina”. Già con la Giunta Marrazzo si era proceduto alla realizzazione di una società, oggi diretta dall’ex consigliere Pdl Celori, e denominata Autostrade per il Lazio (AdL). Si tratta di una società per azioni a capitale misto, nata per predisporre un bando di gara per la realizzazione del progetto integrato Corridoio Intermodale e Collegamento Cisterna Valmontone. In un secondo momento la AdL provvederà ad aggiudicare la concessione ad un privato, sui cui vigilerà per la realizzazione dell’opera ed a cui verrà lasciato l’onere di provvedere al 60% dei costi complessivi. Conseguenza: uno svuotamento di compiti dell’ARCEA, la società mista istruita in epoca Storace per progettare, realizzare e gestire la rete autostradale del Lazio.
Ma non c’era molta scelta. Marrazzo era dovuto correre ai ripari dopo che, nel 2004, l’EU aveva riscontrato, nel sistema di assegnazione degli appalti pubblici, una grave violazione della libera concorrenza. Poiché i lavori erano stati affidati senza gara, bisognava correggere il tiro, in corso d’opera. Operazione complicata. Risultato: una richiesta di risarcimento danni milionaria, nei confronti della Regione, intentata da varie società (Condotte, Gruppo Caltagirone, Socostramo ecc) ed Autostrade per L’Italia. Come ci ha spiegato Gualtiero Alunni, portavoce del comitato No Corridoio, “c’è un contenzioso aperto alla Corte dei Conti per distrazione di denaro pubblico per la questione del passaggio ARCEA alle Autostrade del Lazio. Perché sostanzialmente Autostrade del Lazio ha acquisito da ARCEA la progettazione. In effetti, quest’ultima era stata condannata dalla Corte di Giustizia, ad essere esclusa dalla costruzione in quanto assegnataria senza gara. E dal momento che la legge dice che si può essere assegnatari senza gara solo in caso di una SpA totalmente pubblica, mentre l’ARCEA per il 49% era privata, non potevano accreditarsi”.
Tutto ciò ha avuto ovviamente una conseguenza tangibile: il sequestro da parte della Guardia di Finanza di un’intera stanza, piena di incartamenti, alla Regione Lazio.
Ma la motivazione del sequestro, che qui abbiamo esplicitato, non è arrivata in tempo reale. E si è realizzata successivamente ad un fatto importante: l’approvazione, avvenuta il 18 novembre 2010, del progetto definitivo dell’Autostrada da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe). E quindi l’accettazione di uno stanziamento pari a 468 mln di euro, cioè una piccola parte di quel 40% che lo Stato deve versare per realizzare l’opera complessiva. Che costerà 2 miliardi e 700 mln di euro.

Ads

“A questo punto, come Comitato che è contrario alla realizzazione di questa autostrada” spiega Alunni “ci siamo mossi ed il 30 novembre abbiamo fatto una formale richiesta sia alla Regione che al Cipe, degli atti di tutta la documentazione approvata. In Italia esiste una legge sulla trasparenza che impone a qualunque ente, entro il limite di 30 gg, di darti la documentazione richiesta; trascorso quel periodo si può fare una denuncia alla Procura della Repubblica per inadempienza della normativa”. Ed è quanto accaduto, per mano del Presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che ha denunciato rispettivamente Paolo Emilio Signorini (Regione) e Gianfranco Miccichè (Cipe). “Solo a quel punto, era il 30 dicembre, abbiamo avuto risposta dalla Regione per bocca dell’Assessore Malcotti che ha ammesso d’essere impossibilitato a dare la documentazione, in quanto risultava sequestrata dalla Guardia di Finanza. Ma i reali motivi del sequestro ce li ha spiegati dopo, molto dopo”.
Nel frattempo, oltre alle battaglie in Tribunale, migliaia di cittadini hanno manifestato, da Roma a Latina, passando per Pomezia ed Ardea, la loro contrarietà alla realizzazione del Corridoio Intermodale. Tra una conferenza pubblica a Pomezia, ed un’altra organizzata dal Sindaco di Ardea, il movimento in favore di una mobilità sostenibile ha elaborato una concreta alternativa al progetto ARCEA, che è essenzialmente incentrato sulla realizzazione di un’autostrada. L’alternativa si chiama Progetto Mobilità Metropolitana Meridionale, ed è stato elaborato dal Professor Antonio Tamburrino, di Italia Nostra ed approvato dal Comitato No Corridoio. Si tratta più che altro di una proposta, organica ma non ancora definita nei dettagli, che si muove secondo il criterio che la mobilità moderna si sviluppi sempre più spesso verso l’intermodalità. Ovviamente ne risulterà profondamente interessato anche il Municipio XII, con la “demolizione dell’attuale tratto sopraelevato della Pontina, in modo da riutilizzare l’intera sede stradale per la viabilità locale, per parcheggi e spazi pubblici” come si legge in alcuni stralci del progetto. Una visione completamente alternativa della mobilità che al momento è destinata a rimanere in sospeso. Infatti, nonostante sia stato presentato un emendamento al bilancio regionale per lo stanziamento di 500mila euro, per coprire i costi di una parte del progetto M3, non si è arrivati al reperimento delle risorse necessarie. “In commissione Bilancio, prima di andare in discussione in Consiglio, il centro-destra e buona parte del Centro Sinistra hanno votato contro – ci informa sempre Gualtiero Alunni – La motivazione è che non ci sono i fondi. E tuttavia, poiché ci è stato richiesto di trasformarlo in un Ordine del Giorno, cosa che abbiamo fatto, la Giunta si è impegnata a cercare i fondi per il prossimo anno”. Una boccata di ossigeno dai contorni sfumati, che la fa sembrare una vittoria di Pirro: “Noi volevamo la certezza dei soldi in bilancio – incalza il portavoce del Movimento No Corridoio – perché in quel caso viene automaticamente demandato all’ufficio tecnico di trovare il progettista e di farlo. E così invece stiamo ancora ad aspettare i soldi”.
Ma saranno in molti ad aspettarli perché una cosa è certa: con i sigilli della Guardia di Finanza, i lavori si sono fermati. E se la società Autostrade per il Lazio non verrà incontro alle richieste dei soci privati dell’ARCEA, rinunciando al bando per selezionare i concessionari dell’autostrada, la questione diverrà paradossale. Senza mobilità sostenibile, per ora, ma senza nemmeno un corridoio intermodale, cos’altro rimane se non un vicolo cieco?

Fabio Grilli