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Villa York, gioiello nascosto nella Valle Dei Casali

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Dopo 17 anni potrebbe arrivare l’approvazione del Piano d’Assetto del Parco

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Tratto da Urlo n.120 dicembre 2014

VALLE DEI CASALI – La si scorge in lontananza, nel verde della Valle dei Casali, attraverso qualche punto poco urbanizzato lungo via Bravetta e via del Casaletto. Villa York è uno dei tesori architettonici della Capitale. Uno degli ultimi esempi di villa romana sei-settecentesca, appartenuta al cardinal Enrico Benedetto della famiglia reale Stuart, duca di York. La sua storia inizia nel 1647 quando Zenobio Baldinotti acquistava un fondo, denominato Casal di Marcello, e iniziava la costruzione di una villa su progetto dell’Architetto Pietro Paolo Drei. Nel 1697 la proprietà passa alla famiglia Ruspoli e poi, fino al 1804, al principe Benedetto Giustiniani. Nel 1808 arriva alla famiglia York, della quale ha mantenuto il nome fino ad oggi. Nel tempo, vista la sua vocazione, l’edificio si è trasformato in azienda agricola, divenendo quindi proprietà della Federconsorzi (fondata dal 1892). Questo fino alla progressiva dismissione dell’ente a partire dal secondo dopoguerra, che lasciava un deficit di oltre 4mila miliardi di lire e tantissime proprietà prestigiose come Villa York. Ad oggi la struttura immersa nel verde è sigillata e lasciata al completo abbandono. Il palazzo, la scala monumentale, il ninfeo e la terrazza (set della scena dello sposalizio nella trasposizione cinematografica del Fu Mattia Pascal del ’37) non sono accessibili, ricoperti di rovi e abbandonati all’incuria. È con Fabio Bellini, Consigliere Regionale Pd ed ex Presidente dell’allora Municipio XVI, che abbiamo ricostruito la situazione della struttura: “Il problema si lega alla vicenda di Villa York Srl, la società che gestisce il fallimento di Federconsorzi. L’errore è stato fatto dall’Amministrazione Alemanno, eliminando le risorse per l’acquisizione della villa al patrimonio pubblico”. È infatti nel 2009 che la Giunta e la totalità del Consiglio Comunale, votò il definanziamento dei circa 3,3 milioni di euro destinati all’esproprio. “A quel punto la società proprietaria andò verso l’ipotesi di vendita ai privati – aggiunge Bellini – con un bando andato però deserto”. Una decisione che lascerebbe spazio a speculazioni private, prima ancora che si possa riprendere il discorso sull’acquisizione pubblica della villa. “Credo che nello sviluppo dell’asse da Buon Pastore fino al Forte Bravetta, Villa York sia una perla persa a causa di questo definanziamento – ha dichiarato Cristina Maltese, Presidente del Municipio XII – Ritengo che la situazione potrebbe risolversi solo con una prelazione in caso di vendita”.
Elemento importante, che potrebbe diventare la chiave di volta per ottenere una vera sistemazione della villa e degli oltre 466 ettari della Valle dei Casali, è l’approvazione, attesa ormai da 17 anni, del Piano d’Assetto del Parco da parte del Consiglio Regionale. “La Villa è tanto bella quando abbandonata a se stessa – spiega Marco Giudici, Consigliere in Municipio XII – Forse è il caso di chiedere anche l’intervento del Ministro Franceschini, che potrebbe occuparsene essendo questo un monumento abbandonato di importanza non solo locale. La Valle è fatta appunto di casali – seguita – Il Piano d’Assetto serve anche a questo, ad eliminare il degrado di luoghi inaccessibili per i cittadini preservandoli dalle occupazioni abusive”. Il Piano è stato approvato dalla Commissione Ambiente regionale i primi di luglio e dovrebbe arrivare in Consiglio nei prossimi mesi. È la terza occasione in cui si cerca di approvarlo: la prima volta l’iter venne bloccato dalle dimissioni di Marrazzo, la seconda con lo scioglimento della Giunta Polverini. “Il piano d’assetto può aiutare anche nella vicenda di Villa York – spiega Bellini – perché permette di definire la Valle e la sua vocazione. Per esempio alcune norme del Piano Casa prevedono la multifunzionalità agricola anche nei parchi. Quindi è chiaro che l’appetibilità di strutture, pur salvaguardandone la destinazione originale, aumenta, anche ai fini della vendita”.

Il Piano d’Assetto, è stato spiegato anche dal Presidente della Commissione Ambiente, Enrico Panunzi, “è una vera e propria carta d’identità attraverso la quale sarà possibile pianificare lo sviluppo dell’area, l’organizzazione del territorio, definire le azioni e gli interventi per garantire l’uso dei beni e delle risorse, stabilire i diversi gradi di accessibilità, individuare le attrezzature e i servizi che si possono realizzare”.
Le aspettative sul Piano sono molte, anche se la speranza è che non si configuri come un lasciapassare per le speculazioni private: “Mi auguro che il nuovo Piano abbia tra i suoi obiettivi la salvaguardia del verde – dichiara Daniele Diaco, Consigliere del M5S in Municipio XII – La Valle è già stata deturpata da interventi edilizi, come l’albergo costruito per il Giubileo del 2000, di cui i cittadini non hanno bisogno e che, anzi, danneggiano la qualità della vita e la possibilità di fruizione delle aree”. Durante le varie audizioni in commissione i due Municipi attraversati dal Parco, i cittadini e alcune associazioni, hanno spinto per dei miglioramenti al testo. Tra questi la riqualificazione di Villa York, il recupero della collina del Trullo, gli edifici di Villa Kock e la creazione di fattorie didattiche, punti informativi e di ristoro. Sono state previste anche delle attività turistiche ricettive a Forte Bravetta e Forte Aurelio, mentre l’area intorno a via Isacco Newton dovrebbe configurarsi come un giardino pubblico, con zone di sosta collegate da un percorso ciclabile. “Questo piano – secondo il Presidente del Municipio XI, Maurizio Veloccia – è fondamentale per il territorio perché consentirà la realizzazione del Parco di Monte Cucco nel quartiere Trullo e lo sblocco di alcune opere contenute nel programma di recupero urbano di Corviale, tra cui il collegamento tra Monte delle Capre e Portuense attraverso via Pelago”. Allo stesso modo la Presidente Maltese ha ben chiarito la posizione della sua amministrazione: “Abbiamo chiesto che la scuola dell’infanzia ed il nido, inseriti negli oneri del Residence Bravetta, vengano edificati al bordo della Valle sulla piazza belvedere prevista dal recupero”, e vede nell’approvazione del Piano d’Assetto l’occasione per dare alla Valle la tutela che merita “e che deve essere attiva e compatibile con le vocazioni delle aree. In pochi sanno e conoscono il patrimonio dell’area. L’idea è di creare un parco agricolo con zone di fruizione pubblica compatibili con questa funzione”. “Spero che si possa votare il testo già dopo Natale – afferma Bellini – Quando votammo la legge sui Parchi parlammo di sei mesi per identificare i Piani d’Assetto. In loro assenza vengono imposti i massimi livelli di vincolistica mentre, dopo l’approvazione, ci saranno delle linee guida per rendere il Parco fruibile e quindi anche più tutelato”.
Intanto un gruppo di cittadini uniti sotto il nome di Terra Rivolta sta cercando di ottenere una riqualificazione del territorio attraverso l’istituzione di un Presidio sulla Valle dei Casali. “Siamo stati sulle terre dove gli amministratori pubblici e gli speculatori privati lasciano marcire le olive su ulivi centenari – spiegano riferendosi all’assemblea pubblica sotto Villa York del 5 ottobre – La gente esausta per gli anni d’indignazione s’è detta entusiasta di questo primo passo ed ha elaborato e concordato la proposta di istituire un presidio di tutela della Valle: si inizierà il percorso partecipato con un incontro mensile che sia di presidio su quelle terre e momento di pratiche concrete e conviviali. A gennaio – spiegano – torneremo a potare gli ulivi e il prossimo novembre ne raccoglieremo le olive per fare una distribuzione dell’olio della nostra Valle dei Casali”. Continueremo a seguire le iniziative di politica e cittadinanza, nella speranza che un Piano d’Assetto venga approvato al più presto e che porti ad una reale riqualificazione della Valle, sia in funzione di una sua tutela che di fruizione per i cittadini.

Leonardo Mancini