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#contromofobia: la lettera aperta dei ragazzi del Refuge di Roma

In occasione della Giornata Mondiale contro l’omofobia pubblichiamo la lettera aperta dei ragazzi del Refuge della Croce Rossa e del Gay Center

LA GIORNATA MONDIALE – Domani si celebra la Giornata Mondiale contro l’omofobia e in occasione di questa data i ragazzi della casa Refuge LGBT di Roma hanno lanciato un appello con l’hashtag #contromofobia.

LA CASA REFUGE – “L’omofobia è violenza, l’omofobia è sbagliata, l’omofobia è socialmente minoritaria, l’omofobia deve essere curata” si legge nella lettera accompagnata da foto in cui i ragazzi reggono cartelli con dei messaggi davanti al volto. La casa Refuge Lgbt della Croce Rossa di Roma e del Gay Center, nata anche con il sostegno della Regione Lazio, ospita fino a 8 ragazzi dai 18 ai 26 anni ed è attiva da alcuni mesi nella Capitale. È stata la prima in Italia e ad oggi l’unica operativa, sul modello dei Refuge francesi, da cui prende il nome.

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LA LETTERA APERTA – Pubblichiamo il testo integrale della lettera aperta dei ragazzi del Refuge di Roma: “Noi ragazzi di Refuge LGBT di Roma siamo le vittime? Siamo noi quelli sbagliati? Siamo noi che dobbiamo lottare per reinserirci nella società? Queste domande sono solo alcune che potremmo fare a cui probabilmente in molti sarebbero in imbarazzo nel dover dare una risposta. Si avvicina la giornata mondiale contro l’omofobia, ma noi l’omofobia l’abbiamo vissuta tutti i giorni, siamo stati picchiati, derisi, offesi, violentati, maltrattati, odiati. Siamo stati allontananti dalle nostre famiglie o siamo stati costretti ad allontanarcene. Alcuni di noi sono fuggiti, rimanendo senza un luogo per molto tempo, proprio come fanno le persone che vivono in regimi che violano i loro diritti umani. Siamo come profughi, siamo come migranti in cerca di un luogo che sappia riconoscerci, siamo quelli che nessuno vuole guardare, siamo homeless, siamo forti. Sì, siamo forti delle nostre identità, del nostro essere, della nostra vita. Ora siamo una comunità fatta di storie personali, di storie di vita, siamo pronti a ricominciare. Lo siamo grazie a chi ci sta aiutando, ai volontari, agli operatori, a chi mette impegno per sottrarci alla solitudine. A chi ci ha ridato una casa, ci cerca un’occupazione, ci dà speranza. L’omofobia è violenza, l’omofobia è sbagliata, l’omofobia è socialmente minoritaria, l’omofobia deve essere curata. Queste sono le risposte alle domande iniziali. Queste sono alcune delle cose che vorremmo dire ai padri e alle madri che hanno figli e figlie omosessuali e che non li accettano. E’ come respingere chi ha un colore della pelle diverso, è come ai tempi della segregazione razziale, è il moderno apartheid, superato e strasuperato da leggi, matrimoni gay, unioni civili, adozioni di figli, libertà. Siamo e resteremo donne e uomini liberi, siamo e resteremo felicemente gay, lesbiche, bisessuali e trans!”.