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Adiconsum dice no a un’Italia a due velocita’

Napoli-Milano in 4 ore e 10 minuti, Trapani-Gela 6 ore e 47 minuti
Positiva la notizia di Trenitalia sull’apertura dell’alta velocità per alcune tratte dal 13 dicembre. Ma non è tutto oro quello che luccica. Adiconsum chiede al Governo ed alle Regioni investimenti reali per il “trasporto lumaca”, esistente al Sud e per il pendolarismo.

Giudichiamo positiva – dichiara Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum – la notizia data da Trenitalia sull’apertura delle linee di Alta Velocità sulle tratte Novara-Milano, Firenze-Bologna, Roma-Milano e Napoli-Milano. I passeggeri potranno coprire così una tratta, come la Napoli-Milano, in sole 4 ore e 10 minuti.
Ma non è tutto oro ciò che luccica.
Anche nel trasporto ferroviario si allarga la forbice tra aree forti ed aree deboli del Paese.
Il Governo – continua Pietro Giordano, Segretario Nazionale Adiconsum – deve dare risposte reali ad un Mezzogiorno costretto al ruolo di “lumaca” nel trasporto ferroviario e non solo.
Un passeggero o un turista che oggi dovesse decidere di percorrere la tratta ferroviaria da Trapani a Gela, molto più breve della Napoli-Milano, impiega dalle 6 ore e 47 minuti, alle 7 ore e 44 con rispettivamente, due e tre cambi di treno.
Se poi un turista, dovesse decidere malauguratamente di percorrere la stessa tratta, ma passando per Messina attratto dalle bellezze delle coste siciliane, i tempi di percorrenza possono andare dalle 9 ore e 55 minuti, alle 12 ore e 37 minuti, con un cambio treno, treno che in tutti i casi non è mai un Eurostar.
Ma questo percorso da discesa agli “inferi” non riguarda solo una Regione come la Sicilia, ma anche tratte che teoricamente dovrebbero essere “più appetibili”  economicamente, come quelle che partono dalla Capitale per raggiungere Regioni del Sud.  Sulla tratta Roma-Messina, se va bene, si hanno tempi di percorrenza di 6 ore e 35 minuti, se va male, di 9 ore e 19 minuti.
Il tutto accompagnato da una progressiva dismissione di intere stazioni, di riduzione dei vagoni e annullamento di interi treni.
Il diritto alla mobilità, per Adiconsum, è un diritto primario delle persone e delle famiglie. Uno Stato civile non può non investire in infrastrutture e servizi, che garantiscano questo diritto a tutti.
Anche le Regioni devono fare la loro parte, garantendo livelli di dignità  e di sicurezza per i pendolari, troppo spesso costretti  a subire i brandelli di un trasporto ferroviario lasciato, in alcune tratte, a se stesso.

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