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Il Sistri e’ davvero sufficiente?

Sistri, Associazioni ambientaliste: “La tracciabilità dei rifiuti è utile, ma non basta da sola”

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L’Italia è un paese storicamente molto coinvolto nel traffico e nello smaltimento illegale dei rifiuti, anche pericolosi, come dimostrano da anni le indagini della magistratura e delle forze dell’ordine.
Per fronteggiare questi problemi è
dunque utile anche una nuova modalità come il Sistri (Sistema Informatico di Tracciabilità dei Rifiuti) che possa garantire una maggiore tracciabilita’ dei rifiuti dal luogo di produzione a quello di recupero o smaltimento. Ma è necessario che questa modalità coinvolga anche i centri di stoccaggio, noti per essere il centro nevralgico dei traffici illegali.
In una nota congiunta le associazioni ambientaliste Fare Verde, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Vas, WWF e Accademia Kronos, commentano la presentazione del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri, avvenuta mercoledì 13 ottobre presso il Ministero dell’Ambiente.
“Occorre però, al più presto – osservano le associazioni – affrontare erisolvere i problemi sull’iter amministrativo e gestionale del Sistri, compresa la vicenda del segreto di Stato, sollevati da più parti in Parlamento come nel mondo industriale. Tutto ciò anche per evitare che il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti perda la sua efficacia per vizi formali e per procedere rapidamente alla sua entrata a regime. E’ evidente – aggiungonogli ambientalisti – che non basta solo un nuovo sistema ditracciabilità per ristabilire la legalità e la trasparenza nelciclo dei rifiuti, soprattutto di quelli speciali o pericolosi. Per contrastare con efficacia il traffico illegale, è necessario e non più
differibile – concludono le associazioni – anche l’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale, come peraltro previsto dalla direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente che l’Italia dovrà recepire entro il 2010, un rafforzamento dellestrutture inquirenti che si occupano del business illegale dei rifiuti, la possibilità di continuare ad utilizzare le intercettazioni ambientali e telefoniche minacciata pesantemente dal disegno di legge in discussione nel Parlamento italiano nell’attuale legislatura”.