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“Stavo perdendo la mia casa, mi ha salvato un’azienda-benefit”

Ecco la storia di una signora del varesotto, fortemente indebitata, che è riuscita a evitare la vendita all’asta sottocosto della propria abitazione con il meccanismo dell’impresa-benefit

Dal dramma del pignoramento della casa a un nuovo inizio in una nuova, con tanto di debiti saldati. In apparenza può sembrare la classica storia post-natalizia, come quelle dei film. Eppure è accaduto davvero, e dietro a questo lieto fine non c’è un gesto isolato di qualche benefattore, ma l’attività di una impresa-benefit, nata con l’obiettivo di intervenire laddove molti vengono lasciati soli, in balia di un meccanismo difficile da comprendere e da gestire. Queste imprese, oltre alla creazione di profitti, hanno lo scopo di ottenere un impatto positivo sulla società, attraverso un’attività di valore etico. Un effetto concreto, tangibile, in grado di trasformare in meglio la vita di chi è in difficoltà. È quello che ha fatto Salvacasa, aiutando la signora Francesca V. (nome di fantasia) con un figlio gravemente malato, una figlia disoccupata e la madre anziana e disabile a carico, che improvvisamente si è trovata con un debito di 785 mila euro e con il pignoramento incombente della propria casa. L’impresa si è occupata dell’acquisto dell’abitazione della signora Francesca prima che venisse venduta forzatamente all’asta ottenendo il miglior esito possibile. “Mi stavano portando via la casa – racconta Francesca V. – e non per colpa mia. Avevo grossi problemi familiari e non sapevo dove sarei andata a finire”. In questi casi, spiegano i responsabili di Salvacasa, si arriva normalmente alla vendita sottocosto dell’immobile all’asta: una prospettiva che però difficilmente consente il saldo del debito e che comporta anche l’aggiunta di onerose spese legali che vanno a peggiorare la situazione di chi già si trova in grosse difficoltà economiche. Quando tutto sembra perduto, infatti, interviene il meccanismo: a monte c’è naturalmente un lavoro di analisi certosina delle criticità, per accertarsi che le difficoltà siano autentiche e che ci sia un effettivo bisogno di un aiuto. Poi l’intervento avviene appunto attraverso l’acquisto della casa prima dell’asta forzata: “Abbiamo trovato a questa signora una nuova abitazione – spiegano i responsabili dell’impresa-benefit – con tutti gli spazi adatti alla sua famiglia; abbiamo organizzato per lei il trasloco e pagato i primi tre mesi di affitto. Abbiamo cancellato interamente il suo debito e le abbiamo riconosciuto un guadagno di 35.000 euro. Dal dramma del pignoramento, quindi, questa famiglia ha guadagnato una somma di denaro che le permetterà di ricominciare a vivere dignitosamente in una nuova casa. Inoltre, la fedina finanziaria della signora adesso è completamente pulita e la sua posizione debitoria è totalmente chiusa”. Insomma, un nuovo inizio laddove sembrava davvero difficile scorgere una via d’uscita. Queste imprese sono finanziate attraverso i versamenti dei soci, saldano i debiti e acquistano gli immobili per poi rivenderli rientrando nelle spese; ma quando questo percorso porta a un guadagno, questo in parte viene consegnato anche alla famiglia stessa, in modo da mettere a disposizione nuove risorse per ricominciare una nuova vita. “All’inizio ero diffidente – continua la signora Francesca – perché pensavo che non fosse possibile che delle persone si occupassero di me. Invece mi sono ricreduta: ho avuto la possibilità di ricominciare da capo, entrando in una casa nuova”. Chi si rivolge a queste imprese non deve sostenere alcun costo: l’intera operazione, infatti, viene garantita da un contratto. Lo scopo è quello di aiutare chi è in difficoltà restituendo la possibilità di credere nel futuro e di ripartire. E questo è solo un esempio di come una nuova visione del ‘fare impresa’, mirata al miglioramento della società, possa fare la differenza per far sì che anche le store reali, e non soltanto quelle dei film di Natale, abbiano un lieto fine.

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