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Alberto, riposa in pace

bonanni

La notte del 26 dicembre 2011 un musicista di 29 anni venne aggredito nel quartiere Monti

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La rissa è avvenuta senza un motivo particolare, ma è stata talmente efferata da provocare il coma del ragazzo, a cui venne diagnosticato anche un tumore al cervello, che morirà dopo più di 3 anni. All’epoca ventunenni, i due ragazzi colpevoli dell’aggressione vennero arrestati. Ciò che sconvolse l’opinione pubblica fu la mancanza di un vero e proprio motivo di quella violenza, che resta un fatto ingiustificato a prescindere. Ma un perché, forse, avrebbero voluto averlo i genitori e gli amici del musicista che, devastati dal dolore, non possono nemmeno appigliarsi ad un motivo per cui tutto è successo. La morte di Alberto Bonanni è stata davvero una tragedia, perché evitabile, immotivata e ingiusta.

Pochi giorni fa, dopo più di 3 anni appunto, Alberto è morto in un letto d’ospedale e il suo corpo è stato seppellito a Roviano, il suo paese natale. L’avvocato di uno dei due imputati ha chiesto la riesumazione della salma, provocando un ulteriore dolore ai suoi cari. La motivazione era quella di appurare se Alberto fosse morto per le percosse o per il tumore da cui era affetto. Il ragazzo, quella tragica notte, venne investito da una scarica di pugni, calci e bottigliate, che gli provocarono la frattura bilaterale delle mascelle, abrasioni sul volto, setto nasale rotto ed edema al cervello. E, a quanto pare, a vedere la scena, senza poter o voler intervenire, quella notte c’erano almeno una quarantina di persone. Il luogo è Monti, di sabato sera… è probabile ce ne fossero anche di più.
Fortunatamente la riesumazione della salma è stata rinviata dal giudice. Si è svolto un sit-in pacifico di protesta di tutte le persone care ad Alberto e anche la rete ha mostrato la sua solidarietà con una grande petizione per impedire di rinnovare questo forte dolore alla famiglia.
Da questa triste vicenda traspare una commistione di ciò che è la natura umana. L’indifferenza delle persone, in primis: come si può pensare di essere così indelicati e irrispettosi chiedendo la riesumazione di un corpo martoriato che rappresenterà per sempre la più grande tragedia nella vita della sua famiglia? E poi, com’è possibile che quando accadono questi fatti tutti restino a guardare? Il grande dramma dell’essere umano è, probabilmente, che il rispetto per le altre persone e il senso di appartenenza ad una comunità finisce là dove inizia la paura. Poi, però, a ricordarci che la paura si può combattere, c’è un altro grande sentimento: l’amore. E lo hanno dimostrato le tante persone che hanno contribuito, con la loro determinazione, a far sì che Alberto, speriamo per sempre, riposi finalmente in pace.

Serena Savelli