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Il nudo (coperto) che imbarazza l’Italia

statue coperte

L’editoriale del Numero 132 di URLO

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L’editoriale del Numero 132 di URLO

Bizzarra la vicenda che ha avuto luogo a Roma qualche giorno fa, precisamente nei famosi Musei Capitolini, vanto culturale della nostra città e ospitanti un patrimonio artistico e storico di tutto rispetto. Ecco: il rispetto. Quel sentimento sulle cui basi si costruiscono le relazioni umane, le società, la cultura e le tradizioni di un Paese. E, per quanto l’Italia sia una nazione “acciaccata” da vari punti di vista, è innegabile che il patrimonio di cui è ricca è una risorsa da preservare e, soprattutto, di cui andare fieri e orgogliosi. Tutto nasce dalla visita del Presidente iraniano Hassan Rouhani in Campidoglio. Per l’occasione i nudi dei Musei Capitolini sono stati coperti da pannelli bianchi su tutti e quattro i lati. Questa scelta è stata fatta come forma di rispetto alla cultura e alla sensibilità iraniana. E ha sortito indubbiamente l’effetto desiderato, visto che lo stesso Presidente iraniano ci ha definiti “molto ospitali”. Ed esserlo è importante e giusto. Ma ci sono anche dei limiti, che bisogna porsi per non incorrere ad un vero e proprio autogol, incappando nella forma di non rispetto più grave che è quella nei confronti della propria cultura.

Ovviamente su questo tema si è scatenata una vera e propria bufera mediatica, soprattutto da parte della politica di destra (ma anche Sel ha lanciato una petizione su Change.org), del mondo intellettuale e persino di testate internazionali come il Guardian che, con ironia, ha scritto sulle sue pagine: “Roma copre le statue di nudi per evitare al Presidente iraniano di arrossire”. E questa appare come una scelta in primis esagerata, ma soprattutto opinabile.
Anche se, si sa, i rapporti internazionali si giocano come una partita a scacchi, con furbizia e strategia, c’è un limite. E la copertura dei nudi lo valica, come spiega Massimo Coppola su Rolling Stone. Lascio alle sue parole il mio pensiero: “È stato deciso, in nome di tutti i cittadini italiani, di sospendere per un breve periodo alcune delle libertà e dei valori fondamentali della civiltà occidentale. Per non urtare la sensibilità di chi non la pensa come noi – o meglio, di chi non crede sia lecito pensare, ed esprimersi, liberamente. Il Presidente Rouhani, acclamato dall’Occidente come riformista al momento della sua elezione, dal suo insediamento ad oggi ha permesso che venissero eseguite più di 2200 condanne a morte. Il più alto numero nella storia recente dell’Iran. Ecco, forse avrebbe dovuto lui coprire il suo volto e non noi le nostre statue. Forse, sarebbe stato interessante chiedergli conto di questa strage. Forse. Ma probabilmente questo avrebbe urtato la sua sensibilità”. Un pezzo da cui traspare una tagliente ironia, non c’è dubbio. Ma è innegabile che sia tutto innegabilmente (e drammaticamente) vero.

Serena Savelli