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Un Natale autentico

autostrada notte

Le strade sono deserte, il vento gelido ulula tra i palazzi e solo le sgargianti luminarie in ogni dove ricordano che oggi è Natale.

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Gianluca, alla guida della sua Audi A3, si stringe nel suo lussuoso e consunto cappotto Burberry. Entrambi sono i simboli soffocanti di una Roma bene, dove l’apparenza gioca un ruolo determinante in una fittizia ed inutile scalata sociale, condita da un’opulenza talmente vistosa da non essere barattabile con nessuna, insulsa, ricchezza interiore. 

Raccordo, uscita Eur. Gianluca si imbatte in una serie di villette immerse nel verde che paiono uscite, complice la foschia, da un quadretto di Morandi. Sbircia in una finestra, da lontano, ben attento a tenere mansueto il cane che, incurante di lui, resta rintanato nella sua cuccia. Madre, padre e figlioletto mangiano piccole porzioni di cibo prelibato di fronte al camino ardente. Sotto l’albero tanti pacchetti, alcuni molto piccoli, nascosti da carta color argento ed oro. Sulla tavola il migliore spumante italiano ed un prelibato panettone, probabilmente di fattura artigianale e rigorosamente senza canditi.

Gianluca prosegue, attraversando una Montagnola deserta, dove incrocia un uomo dalla folta barba incolta che vaga solitario, senza la fretta di qualcuno che ha una famiglia a casa ad attenderlo. Giunge a Tor Marancia e non resiste alla tentazione di spiare una casa in un seminterrato. Una coppia giovane guarda la tv mentre i parenti più attempati si interessano di un banchetto non troppo abbondante, ma condiviso col sorriso. Su una sedia sono appoggiati dei giochi da tavola e qualche pacchetto sapientemente incartato dalle abili mani di una commessa. Pochi addobbi ma tanto, tanto calore.

A Garbatella i profumi delle cucine pervadono ogni antro e Gianluca, con lo stomaco brontolante, respira a pieni polmoni. Le donne si fanno gli auguri dalle finestre mentre i parenti in visita sfilano in una vivace processione, portandosi dietro pacchi e buste. Da una di queste spunta un lembo di barba bianca. Qualcuno, a mezzanotte, si divertirà a stupire i suoi bambini.
Il clima è festoso e Gianluca si sente bene. Prosegue il suo viaggio verso Ostiense e poi a Marconi, dove le luci accecano gli occhi e non vedono fine. A Monteverde tutto è più pacato, solo qualche addobbo ricorda la festa in corso.

La corsa di Gianluca termina poco dopo, in una Caritas di zona. Entra, indossa un grembiule ed inizia a servire la cena di Natale a chi un Natale, solitamente, non ce l’ha. Si sente bene. Per una volta, spogliatosi di ogni ricchezza, potrà mostrare quella bellezza interiore, autentica e fondamentale, che gli è sempre stata negata.

La redazione di Urlo augura a tutti delle splendide feste!

Serena Savelli