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Food Fighters, il network di gastronomia

vinitaly 2014

Tre anni fa nasce a Roma Food Fighters, collettivo di giovani cuochi attivo nel sud della Capitale

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Inizialmente l’obiettivo è la semplice organizzazione di eventi gastronomici, cene e degustazioni. Alla base del progetto l’idea di proporre una cucina di alta qualità, a prezzi accessibili, che tenga conto della sostenibilità e della storia delle materie prime.
Oggi Food Fighters diviene network di gastronomia che unisce all’organizzazione di cene una continua attività di ricerca e divulgazione di cultura enogastronomica nazionale e internazionale.

Per la stessa natura del progetto i ragazzi dello staff privilegiano produzioni naturali, biologiche, spesso difficili da reperire nel circuito della grande distribuzione.

Il Vinitaly, da poco tenutosi a Verona, è stato l’ultimo oggetto della loro ricerca. Novità di quest’anno la presenza di un grande settore dedicato alle produzioni biologiche.
Nel padiglione dedicato alla viticoltura biologica spicca un grande classico dell’enologia italiana: l’azienda biodinamica Emidio Pepe, 50 anni di viticoltura in totale rispetto della natura limitando ogni tipo di intervento in vigna e in cantina.
Lo spazio dedicato ai vini naturali ospita inoltre una realtà estremamente interessante e ancora sconosciuta ai più: i vini georgiani. Gli archeologi indicano nelle valli del sud del Caucaso – l’attuale Georgia – il luogo di origine della coltivazione della vite, risalente a circa 8000 anni fa. Vini fatti seguendo tradizioni millenarie, vinificazioni in anfore dette kveveti, senza separare il mosto dalle vinacce e spesso senza aggiunta di anidride solforosa. Il risultato è un vino particolare, stupefacente. Tra i migliori troviamo Okro Winery e Artanuli Gvino.

Terza tappa, il Trento D.O.C. spumante metodo classico che raramente viene prodotto secondo i dettami dell’agricoltura biologica. La famiglia Pisoni guida un’azienda che è stata tra le prime realtà trentine ad utilizzare una tecnica di produzione biologico integrata. I suoi spumanti si fanno notare per eleganza e persistenza.

L’area limitrofa al settore dei vini naturali annovera due produzioni degne di nota, quelle della Liguria e della Valle d’Aosta. La prima si distingue in particolar modo per il Rossese di Dolceacqua, per il Pigato e per lo Sciacchetrà, un passito da Albarola Bosco e Vermentino che stupisce grazie ai suoi richiami erbacei e alla forza dei profumi riconducibili alla macchia mediterranea del territorio. Il vino ligure, con un ricchissimo corredo aromatico, una sorprendente complessità e una spiccata acidità, sa rimanere impresso nella memoria gustativa dei suoi assaggiatori. In Valle d’Aosta invece ci si imbatte nello spumante più “alto” d’Europa il Blanc de Morgex et de La Salle, prodotto anche come vino fermo. Il Prié Blanc è il vitigno protagonista di questa perla dell’enologia italiana,. I vigneti posti fino a 1200 metri sul livello del mare e una straordinaria escursione termica garantiscono lo sviluppo di profumi ben definiti e di una grande acidità. Le caratteristiche che più colpiscono in questo prodotto, sia in versione spumante che in vino fermo sono le note floreali e leggermente fruttate ed una decisa freschezza al palato.

Sempre in Valle d’Aosta segnaliamo le varie produzioni di Nebbiolo (qui chiamato Picutener) in versione rosso, rosato o spumante, differente dal più noto cugino piemontese, ma senza dubbio interessante. Ottima riuscita anche per il difficilissimo Pinot Nero. Va detto che per entrambe le suddette regioni parliamo di piccole o a volte piccolissime produzioni, che restano quasi sempre all’interno della regione stessa per un consumo locale del cittadino o del turista. Qui la viticoltura è definita “eroica”, si coltiva su minuscoli appezzamenti a terrazza o su terreni scoscesi, la raccolta è esclusivamente manuale e difficoltosa proprio per l’impossibilità di far arrivare qualsiasi macchinario tra i filari di vite. A volte (in Valle d’Aosta) si vendemmia di notte in autunno inoltrato, raccogliendo un’uva ghiacciata leggermente appassita. E’ il caso degli Ice Wine, vini passiti freschi e particolarmente profumati.
A un mese dal Vinitaly, quando profumi e sapori sono ormai metabolizzati, queste sono nettamente le cose più interessanti del bagaglio che i Foodfighters si riportano a Roma. L’enogastronomia è cultura e come tale ha bisogno di essere nutrita e ampliata. I Foodfigters provano a farlo ogni giorno con la loro cucina e con il network, diffondendo ciò che loro stessi scoprono passo dopo passo, spinti dalla curiosità e dalla ricerca di ciò che è buono e sano.

Non vi resta che visitare il network www.food-fighters.it e andarli a trovare a una delle loro cene!

Sara Bonessio