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La Riserva Naturale Monte Rufeno

monte rufeno

La prima esperienza di Carta europea del Turismo sostenibile nel Lazio

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La Riserva Naturale Monte Rufeno, Area protetta del Lazio, si estende per circa 3000 ettari nel territorio del comune di Acquapendente, in provincia di Viterbo, al confine con Toscana e Umbria. Quest’Area protetta è la testimonianza dell’importanza crescente di uno sviluppo turistico sostenibile perché, con l’ottenimento dell’ambito riconoscimento della Carta europea del Turismo sostenibile, ha sposato i principi della tutela del patrimonio naturale e culturale e del continuo miglioramento della gestione del turismo a favore dell’ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori.

D’altra parte la Riserva è abitata da numerose specie animali anche rare ed è un vero paradiso per il viaggiatore responsabile che si troverà immerso in una rete viaria, percorribile a piedi, a cavallo o in bici, dalla quale si snodano itinerari speciali: sentieri escursionistici, sentieri-natura e piste ciclabili. Caratteristici casali in pietra restaurati con funzione didattica e ricettiva sono disseminati tra i boschi. Vi sono, infine, diversi torrenti, stagni e fontanili che rendono piacevoli le escursioni oltre a favorire flora e fauna in parte esclusiva di questi ambienti.

La visita della Riserva può essere abbinata a quella del grazioso borgo medievale di Acquapendente, con le sue numerose piccole cascatelle a cui deve il suo nome. Qui si respirano ancora le tradizioni locali, è infatti terminata da qualche giorno la tradizionale Festa dei Pugnaloni, una delle più antiche feste di rievocazione storica della Tuscia, in occasione della quale il paese si anima di mercatini, spettacoli, rievocazioni in costume storico fino al tardo pomeriggio, momento in cui tutta l’attenzione è rivolta alla sfilata dei Pugnaloni, appuntamento principale della giornata per il quale si realizzano particolare mosaici con materiale di origine vegetale (es. fiori, foglie) disposti su pannelli di legno lavorati ad arte (i cd. Pugnaloni).

Articolo a cura di SlowTourism Lazio