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Marconi, Parco Papareschi: al via le verifiche sui terreni

Si attende di capire se l’area dove sorgerà il parco è inquinata

MARCONI – Sono iniziate le operazioni di caratterizzazione nell’area dove sorgerà il Parco Papareschi, vicina agli stabili dell’ex Mira Lanza. Proprio per la prossimità con gli edifici che ospitarono fino al 1957 il noto saponificio, oggi sono necessarie delle analisi che accertino lo stato di salute dei terreni e dunque il potenziale inquinamento degli stessi. Il progetto del Parco Papareschi nasce da molto lontano e, a livello economico, si è iniziato a parlare di una sua realizzazione quando è stato inserito tra le opere a scomputo provenienti dalla costruzione di alcune palazzine realizzate in zona Ostiense, vicino al Ponte di Ferro, praticamente ad oggi quasi ultimate. Il parco, nato sulla carta come una fastosa area verde provvista di fontane e aranceti, nel tempo è stato poi aggiustato con un processo di progettazione partecipata in cui la precedente amministrazione municipale coinvolse i cittadini al fine di apportare modifiche e migliorie all’idea da realizzare.

LE ANALISI – Una delle domande che i residenti probabilmente si sono posti è: quando verrà realizzato il Parco Papareschi. Essendo un’opera a scomputo di un altro intervento, c’è un dettaglio che ci viene illustrato da Luca Mellina, Vicepresidente e Assessore all’Urbanistica del Municipio XI, che fa ben sperare: “Il costruttore non può vendere le case senza aver completato le opere a scomputo”, dunque senza aver realizzato il parco, “quindi ha una grande urgenza di definire l’opera”, ha detto l’Assessore. Il fatto che il privato non possa vendere ciò che ha costruito se non realizza prima l’area verde non è da sottovalutare e anzi, potrebbe essere la garanzia che l’opera venga realizzata agevolmente. Questo, ovviamente, se non verranno trovati all’interno del terreno degli inquinanti tali da rendere necessaria una bonifica approfondita dell’area. “Una parte del parco dovrà sorgere vicina agli stabilimenti dell’ex Mira Lanza che, essendo stata un’industria chimica, potrebbe aver inquinato i terreni – ha continuato Mellina – Sono stati fatti quindi dei carotaggi e stiamo aspettando le analisi. Il costruttore, comunque, si è impegnato, nel caso il terreno presentasse uno scarso inquinamento, a procedere lui stesso alla bonifica”, che sarebbe di competenza di Roma Capitale, proprietaria dell’area, anche se “sarebbe stata la Mira Lanza a dover bonificare – ha continuato Mellina – e il Comune, prima di acquisirla, avrebbe dovuto pretendere l’operazione. Le responsabilità risiedono nelle vecchie amministrazioni”. Poco distante c’è un altro terreno, che farà sempre parte del progetto, un tempo adibito a pascolo, che non dovrebbe presentare problemi. “Stiamo cercando di dividere le operazioni in due stralci – ha concluso il Vicepresidente – in modo che, se negli stabilimenti industriali ci fosse qualche problema, nell’altra area, un tempo agreste, si possano continuare gli interventi e non ci si debba per forza bloccare”. Entra nel dettaglio delle operazioni che si stanno effettuando Giacomo Giujusa, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente municipale: “Sono stati creati una serie di pozzi di 7-9 metri di profondità in punti specifici. Le carote di terreno asportate verranno analizzate dal punto di vista chimico e fisico e nelle prossime settimane avremo i risultati. Ciò porterà a definire che tipo di bonifica effettuare sull’area”. Tutte le operazioni sono sotto la supervisione archeologica della Sovrintendenza, per rilevare eventuali ritrovamenti e agire di conseguenza.

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IL PROGETTO – Il Parco Papareschi passerà attorno a degli stabili già esistenti e, come da progetto, dovrebbe divenire un’area attrezzata, con un piccolo lago e degli alberi che verranno appositamente piantati. Un’idea nata dalla partecipazione dei cittadini, un’esperienza utile secondo Salvatore Serra, membro del CdQ Marconi e parte attiva del gruppo di progettazione: “Noi speriamo vivamente che il parco venga realizzato in tempi brevi, anche perché Marconi è un quartiere senza piazze e aree verdi e questo potrebbe diventare il suo polmone”. E secondo Serra i risultati delle operazioni di caratterizzazione saranno cruciali per “definire la natura di eventuali inquinanti e il modo in cui combatterli. Dopo di ciò si potrà capire come agire per la realizzazione del parco”. E proprio sul progetto Riccardo Micheli, Presidente del Comitato NoPup Fermi, ricorda che quello che era stato richiesto da una parte dei cittadini è che una porzione degli oneri concessori venisse “riservata alla manutenzione dell’area verde che volevamo fosse realizzata in modo più semplice rispetto al progetto. Un parco fastoso sarebbe infatti difficile da tenere in ordine”.

DALLE OPPOSIZIONI – La realizzazione del Parco Papareschi potrebbe portare una positiva novità all’interno del quadrante Marconi e dalle opposizioni municipali la speranza è che l’opera si faccia presto, per non rischiare di essere accantonata. “Spero che ci sia un barlume di responsabilità e che si acceleri per la realizzazione del parco – ha dichiarato Maurizio Veloccia, Consigliere Pd municipale – Se questo non accadrà quei soldi si perderanno e quest’opera cadrà nel dimenticatoio”. A proposito di opere dimenticate, Marco Palma, Vicepresidente del Consiglio del Municipio IX, ricorda anche lo stato dei vicini stabilimenti dell’ex Mira Lanza, “in passato oggetto di incendi e occupazioni. Se ci fosse una sinergia reale, il Campidoglio e il Ministero dei Beni Culturali potrebbero acquisire ciò che resta dei capannoni e si potrebbero destinare gli edifici, ad esempio, a un museo del territorio”. E nel merito del parco afferma: “La salute dei cittadini è importante e prima della creazione di un parco mi preoccuperei di mantenere puliti gli spazi adiacenti e aperti a pubblico come l’area verde di via Tirone”. Per Daniele Catalano, Consigliere Fdi al Municipio XI, la realizzazione del parco, benché auspicabile, non sarà sicuramente immediata: “Mi auguro che ci sia serietà e informazione da parte dell’amministrazione municipale. Secondo me per quest’opera ci vorrà molto tempo, visto che abbiamo difficoltà a smaltire l’amianto nelle scuole, figuriamoci gli agenti inquinanti in un’area che attualmente non è accessibile. Sicuramente questo è un progetto rilevante per il quartiere e auspico che venga realizzato, ma bisogna purtroppo fare i conti con la realtà”.

Serena Savelli

Tratto da Urlo n.144 marzo 2017