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    Stadio della Roma: la lettera aperta di Italia Nostra chiede la revoca dell’interesse pubblico

    Il testo indirizzato alla Sindaca Raggi pone sul tavolo la necessità di revocare la Delibera 132 prima della conclusione della Conferenza di Servizi regionale del 31 gennaio prossimo

    stadio roma rendering notte

    L’Associazione Italia Nostra il 21 gennaio ha scritto una lunga lettera aperta indirizzata alla Sindaca Raggi in merito al procedimento sul nuovo Stadio della Roma e del Business Park di Tor di Valle.

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    LA RICHIESTA DI REVOCA – In particolare Italia Nostra ha richiamato i contatti tra l’Amministrazione e i proponenti per arrivare ad una ridefinizione del progetto: “Si sta trattando per ottenere alcune diminuzioni delle cubature e, forse, delle opere previste d’interesse pubblico. In nessun articolo né intervista si annuncia però che, nell’attesa dell’accordo, l’Amministrazione stia predisponendo l’atto di revoca o annullamento della delibera 132 che ha dato il via al progetto, ora all’esame della Conferenza dei Servizi (CdS) convocata dalla Regione Lazio”. Per Italia Nostra l’atto di revoca sarebbe ‘dovuto’, anche perché “Ci risulta che il progetto derivante dall’eventuale accordo tra Comune e Proponente, differente dal progetto originario, non potrà essere proposto e approvato nell’attuale Conferenza dei servizi, che per legge può esprimersi solo su quello inviato, a suo tempo – si legge nella lettera – Se viene concordato col Proponente di presentare un progetto diverso, anche se con minori cubature, è vincolante prima la revoca della delibera n.132/2014. Questo è l’unico atto in grado di fermare l’iter di questa Conferenza dei Servizi ormai arrivata alla conclusione. E per l’atto di revoca ci sono tutti i presupposti vista la presenza di tanti problemi, ancora oggi non risolti a dimostrazione che fin dall’inizio non vi era l’interesse pubblico”.

    LE CRITICITÀ – Per l’Associazione la revoca della Delibera dovrebbe avvenire anche a causa di alcuni problemi rilevati durante le sedute della Conferenza di Servizi. Ci sarebbero infatti delle criticità che Italia Nostra elenca brevemente: “La principale riguarda la mobilità su ferro dove la soluzione proposta di una derivazione della metro B a Tor di Valle era stata contestata e bocciata già dall’ATAC – soluzione che sarebbe stata superata con il progetto di riqualificazione della Roma-Lido Ndr – Altri problemi riguardano obblighi di legge da rispettare in merito alle opere di messa in sicurezza per il rischio idrogeologico del Fosso di Vallerano e per gli scavi archeologici preventivi. Quanto alle cubature commerciali previste, l’ennesimo Centro Commerciale che ne deriverebbe non potrebbe essere permesso secondo il Piano del Commercio – seguitano da Italia Nostra – Non sono ancora risolti i problemi di accesso e uscita agli innumerevoli ettari di parcheggi è tuttora non è chiaro se essi rispettino pienamente gli standard. Il contiguo depuratore è già attualmente non a norma e non sono state previste soluzioni soddisfacenti per potere autorizzare l’enorme cubatura prevista nei pressi”.

    SOLUZIONI O DEROGHE? – La preoccupazione degli attivisti è che alla rilevazione di queste criticità non seguano delle soluzioni: “Per cercare di risolverle si sono programmati e svolti incontri per ogni singolo problema a porte chiuse, una prassi certo non trasparente, e non crediamo possano essere risolte facilmente se non derogando, per alcune, a norme sovraordinate”.

    LE RICHIESTE ALLA SINDACA – La lettera aperta si conclude con una semplice domanda alla Sindaca Raggi: “Tutto questo Le sembra accettabile?”. “Riteniamo che quanto sta accadendo in questi ultimi giorni decisivi debba essere conosciuto dai cittadini non solo attraverso articoli o interviste televisive, ma cercando di coinvolgere l’opinione pubblica con una completa informazione. Conosciamo la sua sensibilità a favore dell’ambiente e del paesaggio – seguitano da Italia Nostra – e le sue giuste posizioni, quando era consigliera di opposizione, contrarie non allo stadio, ma a quanto permetteva la delibera dell’interesse pubblico con tanti punti oscuri e poco legittimi confermati oggi”.

    LeMa