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A Chieti approda il graffitismo di Keith Haring

Dal 30 luglio al 19 febbraio 2012 al Museo Nazionale d’Abruzzio la mostra sul grande artista americano.

Arriva per la prima volta a Chieti la grande impresa pubblica che il padre del graffitismo americano realizzò nel 1983. Trenta metri di figure-icone: cani, bambini, breakdancers e televisori con le ali. Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, La Civitella, é sede inedita e suggestiva e fa parte di un ampio complesso archeologico che, all’esterno, accoglie un anfiteatro romano in parte ancora esistente e in parte ricostruito grazie a un moderno progetto architettonico realizzato nel 2000. Questa sede museale diviene così un eccezionale luogo di incontro artistico per la città. Il murale esposto é di particolare importanza perché realizzato agli inizi della carriera dell’artista quando il suo stile rispecchiava ancora tutta la freschezza dei disegni della metropolitana di New York . Keith Haring è uno dei maggiori esponenti della corrente neo-pop ed è stato tra gli artisti più rappresentativi della sua generazione. Nel 1976, sull’onda della nuova contestazione giovanile e della cultura hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, facendo tappa nelle varie città del paese allo scopo di osservare più da vicino i lavori degli artisti della scena americana. Figlio quindi della cultura di strada, prima della sua consacrazione all’interno del mondo “ufficiale” dell’arte , è stato inizialmente un emarginato. Nel 1978 entra alla School of Visual Arts di New York, diventando noto nei primi anni ’80 con i murales realizzati nelle metropolitane. Le novità proposte dall’artista americano sono esplosive e non mancano di attirare l’attenzione degli intenditori più smaliziati. Keith Haring trasmette e inventa un nuovo linguaggio urbano, costituito da sagome quasi infantili e primitive, caratterizzate da un continuo segno nero che si rifà palesemente al fumetto. La sua prima vera mostra personale si tiene a Shafrazi nel 1982; gli anni successivi sono densi di successi con mostre in tutto il mondo. Nel 1986 Keith Haring è ormai un artista affermato, acclamato in tutto il mondo. Nel 1988 gli viene diagnosticato l’AIDS. Prima della sua morte fonda la Keith Haring Foundation, che si propone tutt’oggi di continuare la sua opera di supporto alle organizzazioni a favore dei bambini e della lotta all’AIDS. Keith Haring muore il 16 febbraio 1990, all’età di 32 anni. L’opera approdata a Chieti , misura trenta metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza, fu infatti realizzata dall’artista americano in occasione dell’apertura del Museo Haggerty di Milwaukee. L’iniziativa è promossa dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo, dalla Regione Abruzzo e dal Comune di Chieti, organizzata da Alef – cultural project management di Milano, in collaborazione con il Patrick and Beatrice Haggerty Museum of Art, Marquette University, Milwaukee, WI.Il capolavoro monumentale è caratterizzato da entrambe le pareti dipinte. Da un lato scorre una sequenza ininterrotta di bambini a quattro zampe, in alto, e di cani che abbaiano in basso. Sull’altro, la narrazione diventa più complessa e animata di personaggi diversi, icone del “bestiario” di Haring, come le figure danzanti ispirate ai ballerini di breakdance. Il centro del murale è occupato da un ballerino che al posto della testa ha un televisore con il numero 83 disegnato sul monitor. E a destra spicca un’altra delle immagini simbolo di Haring: la faccia con tre occhi che fa la linguaccia. Il tutto è arricchito da fotografie e da un video che documentano le fasi della realizzazione e dai disegni fatti da Haring per l’occasione.

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Informazioni:
Orari: martedì-domenica 9-20. Lunedì chiuso.
Ingresso: intero: 7 €; ridotto: 5 €
Informazioni: tel. 0871 63137

Emanuela Maisto