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Argo

L’uomo della strada che si nasconde dietro questa accozzaglia di parole ha sempre ricordato il nome di Ben Affleck con invidia e gratitudine.
Il primo sentimento è suscitato da un curriculum sentimentale piuttosto notevole (tra le sue maggiori conquiste si possono annoverare Gwineth Paltrow, Jennifer Lopez e Jennifer Garner), mentre il secondo nasce spontaneo per averlo visto tra i protagonisti dell’eroica spedizione che ha salvato la Terra dall’incombente minaccia asteroidale (vedi “Armageddon”). Lo stesso uomo della strada scopre ora che Ben Affleck è anche un sopraffino regista, autore di una esemplare lezione di storia contemporanea. Come un esperto pittore, arricchisce l’immagine raffigurata nella sua tela, impreziosendola con significativi dettagli che marcano le inconciliabili distanze tra oriente e occidente. Nel dipingere la vicenda della crisi degli ostaggi, esplosa a seguito dell’occupazione dell’ambasciata americana in Iran nel novembre del 1979, Ben Affleck colora minuziosamente la femminilità sovversiva orientale e l’ottusità burocratica a stelle e strisce, marcando con vive tinte gli affetti familiari, unica tonalità accesa in un così fosco contesto. Eppure, a conti fatti, la linea di confine tra i due sistemi sociali non risulta segnata sulla cartina geografica ma sull’etichetta di una bevanda: l’alcolico occidente si contrappone all’ortodosso oriente, e il risveglio da un incubo si può festeggiare solo aprendo una bottiglia di champagne.

Regia: Ben Affleck (USA 2012)
Sceneggiatura: Chris Terrio
Interpreti: Ben Affleck, John Goodman, Bryan Cranston, Kyle Chandler, Victor Garber, Michael Cassidy, Clea Duvall, Alan Arkin, Rory Cochrane, Tate Donovan, Kerry Bishè, Bob Gunton

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(USA 2012)

Simone Dell’Unto