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Festival Internazionale del film di Roma: si parte!

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Con la cerimonia d’apertura che si è tenuta ieri nella sala Santa Cecilia dell’Auditorium si può considerare ufficialmente iniziata l’ottava edizione del Festival Internazionale del film di Roma.

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La cerimonia ha preceduto la proiezione del film fuori concorso “L’ultima ruota del carro” di Giovanni Veronesi con Elio Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis e Sergio Rubini. Il film racconta la storia di Ernesto, un uomo come tanti, che insegue le proprie ambizioni senza perdere i veri valori della vita. La sua storia è disegnata sullo sfondo delle fasi cruciali della storia italiana dagli anni ’70 ad oggi. Una commedia ironica che narra la storia di un piccolo grande eroe dei nostri tempi. Accolto bene sia da critica specializzata che da pubblico quest’ultima fatica di Veronesi sarà nelle sale a partire dal 14 Novembre.

Fuori concorso sono anche i due lungometraggi, di tre episodi ognuno, intitolati “Tales From the Dark” realizzati da Gordon Chan, Lawrence Lau, Teddy Robin Kwan, Simon Yam, Chi Ngai Lee, Fruit Chan, tutti provenienti da Honk Kong. Sei storie che affrontano il tema del sovrannaturale in sei modi diversi, giocando con le caratteristiche tipiche del genere horror orientale, ma inserendo momenti ironici quasi a voler dichiarare tra le righe l’obiettivo ultimo delle storie, cioè quello di voler semplicemente intrattenere piuttosto che scardinare le regole di genere per proporre qualcosa di nuovo. Altro film molto atteso è stato il fantapolitico “Snowpiercer” del regista coreano Joon-ho Bong con un cast eccezionale: Chris Evans, Tilda Swinton, Ed Harris, Jamie Bell e il leggendario John Hurt. L’attore inglese è stato protagonista oggi pomeriggio di un interessante incontro con il pubblico dell’Auditorium raccontando curiosità e vicende legate alla sua carriera di attore teatrale e cinematografico. Interprete di pellicole fondamentali della storia del cinema come “Fuga di mezzanotte”, “Alien”, “The Shout” e “Elephant Man”, Hurt può essere oggi considerato probabilmente l’attore inglese per eccellenza. Un dettaglio che descrive brillantemente l’attore lo ha notato Mario Sesti, curatore della sezione incontri (oltre che della sezione MAXXI) del Festival. Sesti ha affermato che John Hurt ha una caratteristica, cioè quella di aver avuto spesso ruoli di personaggi che sono allo stesso tempo vittime di un sistema oppressivo, ma anche oppressori dal carattere tirannico. Viene in mente la piccola parte che Hurt ha in “V per Vendetta”, capovolgimento simmetrico del protagonista di “Orwell 1984” di Michael Radford.

Un festival che promette bene quindi se pensiamo che nelle prossime giornate ci saranno incontri con artisti altrettanto interessanti, tavole rotonde, proiezioni di film di registi celebri e meno celebri che, purtroppo, difficilmente troveranno una distribuzione italiana.

Marco Casciani