Clint Eastwood accende il climatizzatore e regala un po’ di frescura all’estate cinematografica, finora decisamente piatta e anonima. “Jersey Boys” è il sincero racconto di una storia gradevole, colorata e vivace.
Frankie Valli, leader dei “Four Seasons” (gruppo americano che ha cavalcato l’onda pop-rock degli anni ’60), è il protagonista di una vicenda che inquadra un’America frizzante e sognatrice. La scanzonata leggerezza che contraddistingue il film, ispirato all’omonimo musical che dal 2005 è in cartellone nei teatri di Londra e New York, viene colta gradualmente dallo stesso Eastwood il quale, abituato a dirigere copioni meno “glitterati”, sembra faticare a trasmettere l’intensa energia dei suoi personaggi. Per il pubblico italiano, questa stessa fatica è ulteriormente ampliata dal pessimo doppiaggio. Incomprensibile la scelta di applicare una prassi oltremodo vetusta anche ad una pellicola all’interno della quale vi sono numerose parti cantate che richiedono, conseguentemente, continui cambi tra la voce originale e quella doppiata.
Jersey Boys
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Rick Elice, John Logan
Interpreti: John Lloyd Young, Erich Bergen, Vincent Piazza, Michael Lomenda, Christopher Walken, Freya Tingley, Kathrine Narducci, Francesca Eastwood, James Madio, Mike Doyle
(USA 2014)
Simone Dell’Unto