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La Svolta arriva su Netflix

Una sera diversa dalle altre, forse più buia del solito, sta per cambiare la vita di due ragazzi di Garbatella

Jack, splendida canaglia, ruba una borsa piena di soldi destinata al boss di zona e fuggendo incrocerà il suo destino con quello di Ludovico, ragazzo timido ed ansioso. Jack irrompe nel suo appartamento alla Garbatella e lo costringe con la forza a nasconderlo. Se all’inizio la tensione, la paura dividono i due ragazzi, una volta passata, diventeranno complici. Il risultato di questa convivenza agli antipodi è quella di un percorso di crescita profondo per entrambi i protagonisti del film. Purtroppo per i due l’orologio di piazza Biffi non sta contando più i secondi, i minuti e le ore, bensì le lancette stanno scandendo il tempo che li separa dal compimento del loro fato. Il boss, a cui è stata sottratta la sua refurtiva, rivuole indietro i suoi soldi ed è pronto a tutto per riprenderli utilizzando anche le pedine migliori.

Dopo essere stato presentato in anteprima fuori concorso alla 39ª edizione del Torino Film Festival, esce su Netflix il 20 aprile il film La Svolta, prodotto da Rodeo Drive e Life Cinema con Rai Cinema. È l’esordio al lungometraggio di Riccardo Antonaroli con, tra gli altri: Andrea Lattanzi, Brando Pacitto, Ludovica Martino, Max Malatesta, Chabeli Sastre Gonzalez e con la partecipazione straordinaria di Marcello Fonte e un brano scritto e interpretato appositamente da Carl Brave.

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Uno dei punti di forza del film sono i cattivi. Fuori dal contesto italiano che li vuole troppo spesso in sella a scooteroni con le tute dell’adidas e spietati come non mai, la gang ne La Svolta è rappresenta a tinte comiche e grottesche. Veramente di alto profilo l’interpretazione di Tullio Servillo, Max Malatesta e Marcello Fonte. Insomma, più i fratelli Coen che Gomorra.

Attenzione ad analizzare La Svolta con la lente d’ingrandimento perché non serve a nulla e approcciarsi al film con piglio razionale ed empirico è roba da scienziati non da cinefili. La grande bellezza della pellicola è la capacità di trovare la giusta collocazione nel suo personale universo e se qualche volta si finisce nel solito cliché chissenefrega. Sospeso tra film di genere e intento autoriale Riccardo Antonaroli dirige un film scanzonato che trova la sua migliore dimensione in quella del sogno. Infatti, seppur tutta la vicenda ci ricorda a più riprese di essere alla Garbatella di Roma, in cui l’appartamento di Ludovico, la bisca dei mafiosi o il grande orologio di piazza Biffi che capeggia sulle teste di tutti i personaggi, non sono altro che elementi surreali di una vicenda intima ed interiore che difficilmente trova una giusta collocazione nella realtà, ma che saprà cogliere ed incuriosire l’attenzione del grande pubblico. E per fortuna.

Riccardo Davoli