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Quando c’era Berlinguer

quando cera berlinguer

Introduzione, svolgimento, conclusione. Walter Veltroni, al suo esordio in cabina di regia, segue e rispetta pedissequamente i dettami della narratologia, presentando sul grande schermo la sua tesi di laurea su Enrico Berlinguer.

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Pur avendo sempre osteggiato la tirannia accademica, ci si trova in questa sede nella scomoda veste di professore che, armata la rossa penna, cosparge di terribili segni un lavoro sconnesso, approssimativo, frammentario, superficiale e retorico. Nel corso della “lettura” del testo di Veltroni, il docente scuote la testa in segno di disapprovazione per un elaborato che ha il sapore di un’occasione mancata per la ricostruzione di una figura cardine per la sinistra italiana. Gli stessi intenti posti alla base del lavoro non sono convergenti: l’introduzione mostra un problema che la conclusione non affronta; l’analisi storica è limitata a precisi e singoli accadimenti e non fornisce mai un quadro d’insieme. Scorrendo le fonti il disagio accresce: le interviste a testimoni diretti quali Scalfari, Napolitano, Ingrao, Alberto Franceschini (fondatore delle BR), non scavano sufficientemente in profondità, mantenendo l’analisi ben al di sotto delle aspettative. Oltretutto, la scelta di inserire la testimonianza di Jovanotti esattamente tra quella di Scalfari e Napolitano non aiuta affatto ai fini di una valutazione positiva.

Regia: Walter Veltroni 
Montaggio: Gabriele Gallo
Musiche: Danilo Rea

(ITA 2014)

Simone Dell’Unto