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T2 Trainspotting

Chi si ricorda il 1996?

 

Nel 1996 probabilmente eri a scuola o all’università e la visione di Trainspotting ti aveva illuminato: droga, sbando, alcol, violenza ed emarginazione sociale, raccontate in modo crudo, provocatorio e diretto a te, che dalla poltrona del cinema ammiravi estasiato una vita malata che avresti sognato ma non avresti mai avuto il coraggio di vivere. Da allora sono passati 21 anni. Probabilmente quasi non ci hai fatto neanche caso, ma alla fine, come da previsione, hai scelto la vita e la buona salute. E hai fatto bene. Il senso di T2, film comunque gradevole e dal ritmo veloce, ma che sicuramente non segnerà un’epoca come il suo predecessore, è proprio questo: farti capire che alla fine se hai scelto di non seguire le orme di Renton, Begbie, Sick Boy e Spud ti è andata bene. Scegliere il lavoro, la carriera, la famiglia, la prima casa, il maxitelevisore e probabilmente anche il mutuo a interessi fissi (già sappiamo poco di cinema, figurarsi di economia) si è rivelato corretto. Hai fatto bene perché se 21 anni fa eri tu ad ammirare quei quattro spericolati, oggi sembrano loro che dallo schermo ti guardano con un po’ di malinconia per dirti: “sì, tutto sommato è andata meglio a te”.

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Regia: Danny Boyle

Sceneggiatura: John Hodge

Interpreti: Ewan McGregor, Jonny Lee Miller, Ewen Bremner, Robert Carlyle, Kelly Macdonald, Scot Greenan, Steven Robertson, Anjela Nedyalkova, Pauline Turner

(UK 2017)

Simone Dell’Unto