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Al Foro Italico si trova l’eredità di Mussolini

L’estate del 2016 è stato un periodo decisivo per ricostruire e ampliare la conoscenza di Benito Mussolini e del Fascismo, perché sotto l’Obelisco Mussolini, nel Foro Italico, è stata rinvenuta una pergamena scritta in latino che elogia la figura del Duce, l’instaurazione del Regime e la sua organizzazione ed evoluzione rispetto ai giovani che sarebbero venuti in futuro. A fare la scoperta sono stati due giovani studiosi olandesi che, indagando “tra le righe” di diversi documenti di quell’epoca, hanno dedotto che esistesse questo documento. Di questa pergamena, infatti, non si era mai apertamente parlato e si fa solo qualche accenno in alcuni testi o in missive di uomini degli anni trenta.

Il documento venne scritto sicuramente poco prima del 1932, data in cui venne costruito il Foro Italico, chiamato all’epoca Foro Mussolini, per celebrare i dieci anni dalla marcia su Roma che portò Mussolini alla conquista del potere. Quella struttura marmorea è una delle più grandi testimonianze di architettura razionalista romana. L’architetto responsabile dei lavori fu Enrico del Debbio, che decise di rialzare l’area di costruzione in quanto la zona a nord di Roma, lungo il Tevere, era palustre e malsana. Si decise di rendere il Foro Italico celebrativo sia dello spazio naturale circostante (si vede molto bene Monte Mario) che della cultura classica romana, decorando la pavimentazione con mosaici che raccontano sia la vita quotidiana del Fascismo, che leggende classiche. Dei due vicini stadi, quello Olimpico (chiamato allora Stadio dei Cipressi) non fu ultimato a causa della guerra, invece quello dei Marmi, dedicato alle varie discipline atletiche, venne terminato prima del conflitto bellico in corrispondenza al seppellimento del “Codex Fori Mussolini”.

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L’autore del Codex fu un certo Aurelio Giuseppe Amatucci, uno studioso di letteratura classica e cristiana antica e professore universitario, defunto nel 1960, che scelse la lingua latina come principale veicolo di trasmissione dei valori fascisti. É risaputo che il Fascismo volle creare un collegamento con la cultura romana, tanto importante per Mussolini per la sua visione sociale, religiosa, politica, geografica e morale con cui avrebbe guidato e liberato il popolo italiano, come dice il “Codex Fori Mussolini”.

Pochi mesi dopo questo ritrovamento il codex venne tradotto finalmente in inglese e capiamo che il vero scopo di questo documento era di rivolgersi ai futuri giovani che avrebbero continuato la conduzione di un´Italia fascista: si parla sia delle azioni politiche e sociali che hanno coinvolto i giovani del periodo fascista, come la costituzione dell´Opera Balilla, il cui nome completo è “Opera nazionale Balilla per l’assistenza e per l’educazione fisica e morale della gioventù”, che della storia e dell´operato di Benito Mussolini, della crisi derivante dalla Prima Guerra Mondiale ed infine dell´edificazione del Foro Italico. Perché destinare queste parole ai giovani? La scelta di nascondere questo codex sotto l’obelisco del Foro Italico, vicino la sede della palestra di scherma e della palestra del Duce, è la risposta alla domanda appena posta: per il Fascismo erano molto importanti l’esercizio fisico e l’allenamento, soprattutto dei giovani che devono abituarsi al sacrificio con duri allenamenti; da questo non erano esonerate le donne che, con un corpo allenato, potevano dare alla luce dei figli ancora più sani e pronti a sacrificarsi per la patria.

A quanto pare il ritorno di movimenti neofascisti e nazionalisti era destinato a compiersi, secondo le previsioni e le speranze di Mussolini e Amatucci, l´autore del “Codex Fori Mussolini”, ed in linea con gli accadimenti politici e sociali dell´ultimo decennio. Il segreto per condurre la storia verso il suo futuro migliore è ricordare quel che è stato, sia per non commettere gli stessi errori del passato e sia per trarne la migliore lezione possibile per ciò che sarà.

Veronica Loscrì