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Alcune curiosità sull’Ercole Mastai

Campo de’ Fiori, una grande cassa sotterrata e una statua dorata

 

Nel medioevo, nella zona dove si trova Campo de’ Fiori, esisteva un edificio misterioso chiamato “Arpacaca” (o Arpacata), il quale forse faceva anticamente parte del teatro di Pompeo, su cui fu eretto il palazzo Orsini Pio Righetti.

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Nel 1864, mentre si eseguivano gli scavi per le fondamenta di una nuova costruzione nel cortile del palazzo Righetti, si scoprì, alla profondità di circa 8 metri dal terreno, una specie di cassa contenente una statua di Ercole in bronzo dorato. Il colosso, di 3,83 metri, era privo di entrambi i piedi, dei quali, però, il destro fu ritrovato (nello stesso scavo) mentre l’altro fu sostituito da un gesso su modello di Pietro Tenerani.

La testa presentava nell’occipite un grande foro, che fu interpretato come congegno per celare il trucco di un responso divino. Infatti si ipotizzò subito che potesse essere quello il simulacro di Ercole, sparito improvvisamente in una notte all’approssimarsi delle invasioni barbariche dal tempio di Ercole Custode, le cui rovine furono identificate in ruderi di quattro o cinque colonne di tufo incorporate nelle mura di un cortile nei pressi di San Nicolò a’ Cesarini, la piazzetta dove si trovava l’omonima chiesa seicentesca nell’attuale largo di Torre Argentina. Pompeo aveva un culto speciale per Ercole e alcuni studiosi ritengono che la statua fosse proveniente dal suo teatro o trafugata dal tempio vicino e nascosta presso l’Arpacaca. Si pensa, inoltre, che essa sia stata originariamente commessa dallo stesso Pompeo a uno degli artisti greci più importanti dell’epoca. La scultura fu poi designata come “Ercole Mastai” perché scoperta sotto il pontificato di Pio IX.

Massimiliano Liverotti