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Curiosità storiche su Porta Pia (parte I)

Giovanni Angelo Medici, il cui nome da pontefice fu Pio IV, fu sollecitato, per la minaccia dei turchi proveniente sia dal litorale Tirreno che da quello Adriatico, a rafforzare le mura di Roma. Il 17 giugno 1561 il pontefice benedì la prima pietra della porta, nelle mura aureliane, che da lui prese il nome di Pia e che fu eretta in sostituzione dell’antica Porta Nomentana, in seguito murata. La costruzione di questa porta, dopo un’accesa gara tra Antonio di Sangallo e Michelangelo, fu affidata a quest’ultimo.
Il papa era imparentato con una branca della famiglia dei Medici di Milano, poco conosciuta, i cui membri esercitavano il lavoro di barbieri. Il pontefice aveva comunque il permesso di usare le insegne medicee. Sembra che Michelangelo fosse molto legato alla famiglia dei Medici e che non gradisse che Pio IV si vantasse di appartenervi. L’artista decise quindi di schernirlo inserendo come motivo ornamentale della porta bacinelle circondate da asciugamani stilizzati, e ponendo perfino nella più grande di queste bacinelle un pezzo di sapone rappresentato da un cubo di marmo.
L’episodio che si verificò durante i lavori della porta è invece poco noto. Un oscuro e anziano prete di Cefalù, Antonio del Duca, era giunto a Roma insieme a un nipote scultore, Giacomo del Duca, che entrò subito nella bottega del Buonarroti divenendo uno degli allievi prediletti del maestro. Lo zio era invece infervorato dal culto degli angeli fin da quando, tra il 1513 e il 1515, fu nominato maestro di canto della cattedrale di Palermo. In quel periodo scoprì nella piccola chiesa di Sant’Angelo, dove si radunava con i chierici per tale insegnamento, un antico dipinto dei Sette Principi degli Angeli rinvenuto, quasi per miracolo, dopo secoli di incuria (continua…).

Massimiliano Liverotti

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