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Curiosità sulle Navi Romane di Nemi (Parte I)

Duemila anni fa circa, il lago di Nemi fu testimone degli sfarzosi spettacoli che, in onore di Caligola, furono organizzati su due natanti lussuosamente abbelliti.

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Sulle navi l’imperatore fece infatti erigere strutture simili a quelle che erano presenti nelle ville patrizie come: terme e templi coperti da tegole in terracotta oppure in bronzo ricoperte da una patina d’oro, colonne, pavimenti in mosaico, statue ed altre opere di bronzo. Nessun autore dell’antica Roma ha mai citato questi natanti e non si sa con certezza quando e perché siano finite in fondo al lago. Secondo alcuni studiosi Caligola, odiato dal popolo per la sua crudeltà, e ucciso in una congiura nel 41, sarebbe stato anche colpito dalla damnatio memoriae, la distruzione di tutto ciò che una persona aveva fatto, posseduto e rappresentato in vita. Era una pena riservata a chi era particolarmente inviso ai Romani.
Tali navi furono in seguito ancorate a poca distanza dalla riva e, nei secoli, saccheggiate dai tombaroli. Tra i reperti archeologici esposti in musei lontani dai Castelli Romani vi sono la statua di Diana (o Drusilla) conservata al British Museum e l’Eros oggi all’Ermitage di San Pietroburgo. Le navi sono state studiate a partire dal 1546, e recuperate tra il 1931 e il 1936 abbassando di una dozzina di metri il livello del lago. Solo in quella occasione è stata scoperta la seconda nave, più grande della prima e adagiata sul fondale più basso. Alcuni anni dopo la fine dei lavori, nella notte tra il 31 maggio e il 1 giugno 1944, un incendio appiccato dalla Werhmacht in ritirata ha mandato in fumo l’antico legname delle navi. Al Museo delle Navi Romane è possibile vedere i modelli in scala 1:5 delle navi, copie a grandezza naturale delle ancore e molte fotografie delle imbarcazioni e dei lavori di recupero.

Massimiliano Liverotti