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I Libri del Destino

Alcuni libri furono di particolare importanza per gli Etruschi. Tra questi possiamo citare i Libri Fatales (Libri del Destino) o i Libri haruspicini o libri degli àuguri e i Libri Fulgurales.

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In questi ultimi era descritta la scienza dei maghi, sacerdoti ed indovini ed in particolare si parlava della predizione di eventi futuri attraverso le manifestazioni del fulmine. Secondo i Libri del Destino, la vita del popolo etrusco non sarebbe durata oltre i dieci secoli. Quando tale termine si avvicinò, gli Etruschi si sottomisero a quello che consideravano un ineluttabile fato. Dei Libri del Destino ci sono pervenuti pochi frammenti scritti in latino nei quali ci viene confermata l’importanza che questo popolo dava alla religione. Gli Etruschi infatti ritenevano che perfino gli oggetti inanimati avessero un legame con le divinità. Sotto tale aspetto vi era una certa somiglianza con il popolo romano che infatti adorava divinità come Limentus, il dio della soglia delle porte.

Le analogie ovviamente non si fermano qui. A proposito di testi di magia ad esempio, i Romani avevano i Libri Sibillini, una raccolta di profezie attribuite dalla sibilla di Cuma. Il poeta latino Rutilio Namaziano nella sua opera De Reditu accusò il generale romano Stilicone di averli distrutti nel 408 per favorire la caduta dell’Impero Romano. Vi sono volumi misteriosi anche in alcune leggende riguardanti Roma come il Libro del Comando di cui sarebbe stato proprietario il mago Pietro Baialardo detto il Padrone del Fuoco, il quale avrebbe utilizzato le magie contenute nel libro per evadere dal carcere di Castel S.Angelo.
Il monaco Gerberto avrebbe ottenuto un libro dal re di un popolo che viveva in un mondo sotterraneo, la cui entrata segreta si trovava nel Campo Marzio. Grazie a tale volume sarebbe riuscito a sapere come accumulare ricchezze, come dare consigli ai potenti, come prevedere il futuro, essere eletto come papa Silvestro II e tante altre cose ancora.

Massimiliano Liverotti