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L’obelisco di piazza San Pietro. Curiosità e leggende (II parte)

obeliscovaticano

Plinio riporta che l’obelisco Vaticano si ruppe a Roma mentre veniva sollevato per essere sistemato.

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Lo aveva fatto realizzare Sesosis figlio di Nencoreo, creatore anche di un altro obelisco che, seguendo il consiglio di un oracolo, consacrò al sole quando, dopo la cecità, riebbe la vista. Secondo una leggenda riportata da Erodoto, il faraone divenne cieco per volontà divina. Il faraone Nencoreo (o secondo Diodoro Siculo Sesosis) mentre attraversava il Nilo, fu investito da una tempesta e, in preda al panico, scagliò una lancia nelle acque. La divinità fluviale, offesa da tale gesto, lo privò della vista. Molti medici cercarono di guarirlo inutilmente. Il faraone consultò un oracolo che gli consigliò un sistema per guarire: gli occhi dovevano essere bagnati con l’urina di una donna sposata e fedele al proprio marito. A quelle parole il faraone si rallegrò, essendo sposo felice di una principessa. Tale rimedio tuttavia non diede il risultato sperato e i successivi tentativi non ebbero esito positivo, finché all’ennesima applicazione il faraone guarì. Fece poi radunare le donne di cui si era servito in una città, ad eccezione di quella che gli permise di riavere la vista, facendole bruciare tutte senza pietà. Per rendere grazie alle divinità il faraone recò doni a tutti i santuari riservando a quello del Sole a Eliopoli un donativo del tutto eccezionale: due obelischi scolpiti ognuno in un sol blocco di pietra e alti 100 cubiti (44,400 metri).
Sembra che quando Sisto V decise di spostare l’obelisco Vaticano, a Roma sarebbero giunti addirittura 500 architetti per presentare i loro progetti al pontefice. Tra questi vi furono anche: Giacomo Della Porta e Domenico Fontana. Il papa scelse il Fontana mettendogli come supervisori Bartolomeo Ammannati e Giacomo Della Porta.
Tra le varie iscrizioni presenti sull’obelisco vi è anche una formula di esorcismo usata nel Medioevo per scongiurare le malattie. Nel 1817 ai piedi del monolito fu disegnata una meridiana e una rosa dei venti opera dell’astronomo L.F. Gigli. L’obelisco divenne così lo gnomone della meridiana più grande del mondo: piazza San Pietro. L’obelisco Vaticano si trovava inizialmente presso l’arco della sacrestia di San Pietro. Si può ancora identificare il punto preciso grazie ad una lastra di marmo. Con il passare dei secoli l’obelisco si trovò sempre più in basso a causa dell’innalzamento della pavimentazione del luogo.

 

Massimiliano Liverotti