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Quando non morivo

Consiglio di cominciare il nuovo anno con le poesie di Mariangela Gualtieri, raccolte in un piccolo volume bianco dalla casa editrice Einaudi, con il titolo Quando non morivo: forme perfette e pensieri fatati esercitano un fascino corrosivo e salvifico, che prima brucia e poi calma. Siamo, dall’inizio, una voce (anche verbale) interpellata, ascoltata e compresa, se accettiamo di mettere sul tappeto le vicende della nostra vita esattamente come le ricordiamo, i sentimenti e le immagini, mostruose e belle. Soltanto allora si compirà qualcosa di prodigioso: una vera poetessa – come i più grandi possono fare – svela con parole perfette l’Essere, nel suo non-nascondimento, e descrive l’esserci in ogni punto come la cosa che più ci appartiene, che definisce il significato del nostro agire tra cielo e terra. Il gioco del mondo non è altro che questo eterno sentirci situati dentro una rete di cose, uomini, animali, stagioni, inventando legami simbolici e reali con quella natura originaria, forza vitale e creatrice, che scuote dalle fondamenta e produce sgomento, stupefazione, pulsioni. Tra le pagine ogni cosa è trasfigurata e diventa preghiera. In una successione d’incanto e perdita, dolcezza e amabili resti, Gualtieri sembra ripetere: non temete l’oscurità, giacché tutto può essere illuminato.

Quando non morivo
Mariangela Gualtieri
Einaudi 2019
Pagine 128
Euro 12

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Ilaria Campodonico