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Riportando tutto a casa

“Una cosa difficile quella di tornare lì e ricordare”
Riportando tutto a casa non è un memoir, non è un’autobiografia. È piuttosto un romanzo di formazione, che racconta le avventure di tre ragazzi nella Bari degli anni ‘80. La tv commerciale, la new wave, i Cure, i Joy Division, la musica dark. I musicisti se ne accorsero prima degli scrittori: si trattava di un sogno corrotto, prima ancora che un’intera generazione riuscisse a metterci le mani sopra. Una generazione cresciuta sapendo di aver perduto qualcosa, un’amputazione continua un passo prima di arrivare.
Nicola Lagioia scrive così un libro sull’Italia di oggi, tracciando un’inedita archeologia del presente. Perché ci troviamo a vivere in qualche modo il periodo terminale e canceroso di quel decennio, alle volte considerato senza storia dal cinema, dalla letteratura, un’epoca preceduta dagli anni di piombo, dagli anni ’70, dove sembrava essersi registrata l’ultima visibile mutazione antropologica. Così il racconto degli anni ’80 si era trasformato nel tempo in un racconto fasullo.
La stesura di queste pagine è il risultato di una preziosa operazione di scardinamento, necessaria  per restituire, con una voce diversa da quella della cronaca e della pubblicità di allora, quel trauma senza evento: qualcosa che continua ad appartenerci e che sorprendentemente resiste ancora in maniera emotivamente informe.

Titolo: Riportando tutto a casa
Editore: Einaudi
Anno: 2009
Collana: Supercoralli
Pagine: 292
Prezzo: € 20,00

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Ilaria Campodonico