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Testaccio: da quartiere operaio a “village” della Capitale

Il quartiere Testaccio, da distretto operaio a village della Capitale, in un saggio di Irene Ranaldi, edito da Franco Angeli. Presentazione a Roma prevista per sabato 10 novembre a “La Pelanda”, ex Mattatoio di Testaccio.


Uno dei quartieri storici di Roma, Testaccio, è al centro del saggio di Irene Ranaldi, edito da Franco Angeli. Il libro è inserito nella collaba “Temi di storia” dell’editore e nel progetto editoriale “Un laboratorio di storia urbana: le molte identità di Roma nel Novecento. Progetto diretto da Lidia Piccioni”, che ha avuto il premio “Il Campidoglio per la cultura 2008”. La collana ha già pubblicato altri 6 testi su quartieri romani: Garbatella, Borgata Gordiani, Torpignattara, Piazza Bologna, Quartiere delle Valli, Quartiere Ina-Casa Tuscolano.

Questa è la prima monografia della collana che analizza un quartiere del centro storico.

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Testaccio dal 1921 è il XX rione del centro storico di Roma. Con la proclamazione a Capitale del nuovo Regno dell’Italia unita, nel 1871 Roma si mise alla ricerca di una sua immagine produttiva e industriale e, di conseguenza, di un quartiere dove ospitare la classe lavoratrice. Questa identità industriale fu precostituita e pianificata dagli amministratori: Testaccio sarebbe dovuto diventare il quartiere operaio per eccellenza della città. Invece per molti anni rimase una zona degradata e sovraffollata pur con l’intervento massiccio dell’Istituto per le case popolari. Un secolo dopo, gli stessi appartamenti sono diventati appetibili soprattutto dai cosiddetti “radical-chic” e vengono contesi sul mercato immobiliare a prezzi esorbitanti. Quali sono gli elementi che hanno portato a un così profondo mutamento di percezione di questo luogo?

Rione centrale eppure periferico, Testaccio è associato nell’immaginario collettivo a uno dei lavoratori-simbolo della classe operaia: il macellaio, o meglio, il “vaccinaro”. Dimora un tempo di piccoli criminali, negli anni Ottanta del Novecento la “banda della Magliana” vi reclutò bassa manovalanza ma anche parte dei suoi leader.

Da luogo degradato e ai margini del centro storico, come divenne dopo la chiusura, avvenuta nel 1975, del fulcro produttivo rappresentato dal Mattatoio, il rione ha iniziato una lenta rinascita che ne decreta, dalla metà degli anni Novanta, il nuovo ruolo attrattivo, pieno di risorse artistiche, luoghi di divertimento, teatri e ristoranti di nicchia.

“La Pelanda” è citata nel testo come uno dei luoghi del mutamento di questa identità e rappresenta quindi un naturale spazio dove presentare il lavoro.

Il quinto capitolo del libro infatti, ampiamente dedicato alla gentrification e alla rigenerazione urbana, cita le emersioni culturali che sono nate negli ultimi anni nella zona Testaccio-Ostiense (Mira Lanza-Teatro India, i vari teatri presenti, la scuola di musica popolare di Testaccio) anche con l’ausilio di trascrizioni di interviste rilasciate da “consumatori culturali” del rione.

Il saggio intende ripercorrere le tappe che hanno segnato la trasformazione dell’identità di questo territorio che può apparire oggi – per chi non ci vive – come il posto giusto dove fare movida o consumare un brunch. A un secolo dalla celebre pubblicazione di Domenico Orano, Come vive il popolo a Roma. Saggio demografico sul quartiere Testaccio, capitolo dopo capitolo, si è cercato di dipanare il lungo cammino che ne ha connotato la storia, da ghetto popolare a village della Capitale.

Il libro verrà presentato a Roma sabato 10 novembre, alle ore 10:30, presso “La Pelanda”, ex Mattatoio di Testaccio, in piazza Orazio Giustiniani, 4.

L’autrice

Irene Ranaldi, classe 1973, si è laureata in Sociologia all’Università di Roma La Sapienza nel 1998 ed è attualmente Dottoranda in “Teoria e ricerca sociale” presso la stessa facoltà. Ha partecipato a ricerche sulla città di Roma durante la Resistenza e scrive su “La Critica Sociologica”; è autrice di saggi e articoli in ricerche collettive. Lavora da alcuni anni nell’ambito della comunicazione e pubbliche relazioni prevalentemente nel Terzo Settore.

Per informazioni: www.ireneranaldi.it – www.francoangeli.it

Serena Savelli