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Torino e’ casa mia

Giuseppe Culicchia è uno dei più brillanti scrittori italiani, figlio di un immigrato siciliano e nato a Torino nel 1965. Ha pubblicato i primi racconti nel 1990 nell’antologia Papergang-Under 25 III curata da Pier Vittorio Tondelli e nel 1994 il suo primo romanzo “Tutti giù per terra”, che gli è valso il Premio Montblanc nel 1993, il Premio Grinzane Cavour come autore esordiente nel 1995 e dal quale è stato tratto l’omonimo film diretto da Davide Ferrario, con Valerio Mastandrea. Tra i suoi libri “Bla bla bla”, “Ambarabà”, “Liberi tutti, quasi”, “A spasso con Anselm”, “Il paese delle meraviglie”, “Un’estate al mare”, “Ameni inganni”. Ha tradotto “American Psycho” e “Lunar Park” di Bret Easton Ellis.
Le prime pagine del suo libro “Torino è casa mia” sono occupate da una fitta cronologia, che racconta la storia della città, dal X secolo a.C. , tempo in cui “Non si muove una foglia”, passando attraverso la comparsa dei Taurini nel III secolo a.C. subito assediati da Annibale; l’arrivo dei Romani nel 154 a.C.; i Cimbri, i Longobardi, Carlo Magno, gli Angioini, i Savoia, Cavour, Nietzsche, Napoleone; il 1861, quando Torino diventa capitale d’Italia; Guido Gozzano, Giovanni Agnelli, il calcio, la Fiat e Mirafiori, i Subsonica e Alessandro Baricco; fino alle Olimpiadi invernali del 2006. “Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po, e poi naturalmente il salotto di Piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il Parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie”, racconta Culicchia. E il corridoio, Via Roma con i negozi più eleganti della città; Via Garibaldi, Via Po; la sala da pranzo nel Quadrilatero Romano, dove c’è il Pastis, un bar e un ristorante insieme solo per torinesi doc; il quartiere dormitorio delle Vallette; l’università fondata nel 1404 e dove studiò Erasmo da Rotterdam; l’aperitivo in Drogheria, con vecchie credenze e divani deformati dall’uso; la Mole Antonelliana e il Museo Nazionale del Cinema, il Museo Egizio famoso in tutto il mondo, il Museo di Arte Contemporanea al Castello di Rivoli, il Monte dei Cappuccini; I Docks, con gli studi di registrazione, gli atelier di pittori e scultori; Superga che da lontano – quando è illuminata – sembra un disco volante; la Fiera del Libro, il Lingotto e il suo riciclaggio postindustriale, realizzato da Renzo Piano; la Gran Madre, i Murazzi, il grande solaio della città individuato a Porta Susa; Piazza Castello e Palazzo Madama, le Alpi e le Langhe.
Oddone Camerana su “Tuttolibri” ha scritto: “Una serie di brevi saggi, dunque, di reveries, istantanee urbane, meditazioni, riflessioni, ritratti, elenchi, gags surreali, in cui si respira l’aria leggera, «per così dire», del Voyage autour de ma chambre di Xavier de Maistre o del Sentimental Journey di Laurence Sterne, o «già che ci siamo» quella del disimpegno di Hugh Grant”. Una città, quella di Torino, che è stata a lungo la casa di cineasti, romanzieri, poeti; un luogo, con un mondo di storie, in continua trasformazione, molto più ricco e complesso di come potrebbe sembrare, di come è stato alle volte raccontato da chi l’ha attraversato distrattamente, dove sotto i portici resiste un’aria ancora incerta, languorosa, malinconica, ordinata, dove il Barolo e la nebbia si mischiano alla magia, al mistero nella quadratura, nella scacchiera perfetta della sua planimetria, lungo il fiume, nelle piazze, sulle insegne dei negozi, tra le luci, i mercati, i caffè, sopra tutti i ponti. Il cielo su Torino è una cosa meravigliosa e profondamente dolorosa. “Perché non ci provi ad arrenderti a un giorno di pioggia, al gusto di pioggia, in anni di pioggia”, hanno cantato i Subsonica.

Informazioni:
Titolo: Torino è casa mia
Autore: Giuseppe Culicchia
Pagine: 163
Prezzo: 9 euro
Editore: Laterza
Collana: Contromano

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Ilaria Campodonico