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AC/DC

?Black Ice?

Sony BMG

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2008

Finalmente sono tornati! Dopo otto anni dall’ultimo album in studio, gli AC/DC sfornano il nuovo ?Black Ice?, uscito in Italia lo scorso 17 Ottobre.
I fratelli Young arrivano dopo una serie di nuove uscite discografiche per quanto riguarda l’hard&heavy (Alice Cooper, Judas Priest, Motorhead, Metallica) e poco prima dell’uscita del nuovo singolo dei Guns’n’roses (che dovrebbe anticipare un altro attesissimo lavoro, ovvero ?Chinese Democracy?).

L’aspettativa era alta quindi e c’è da dire che questo album non delude dal punto di vista musicale. Nel senso però che non ha nulla che possa sconvolgere o in qualche modo spiazzare, sia nel bene che nel male. Mi spego meglio: c’è il ritmo blues, come anche nell’ultimo ?Stiff Upper Lip? e ci sono i ritornelli ?da stadio?, ci sono gli assoli acidi dello scolaretto Angus (sempre in ottima forma, questo è da sottolineare) e la voce ?rauco-acuta? di Brian Johnson. Ma evidentemente manca quel  piccolo tocco che avrebbe reso l’album una vera dimostrazione di un ritorno sulle scene rumoroso ed emozionante. Un paio di tracce fuori luogo, e nulla di veramente significativo: si, è vero, il brano di apertura (nonché primo singolo) ?Rock’N’Roll Train? è carino, ballabile e presenta il tipco sound della band, ma non ha quella potenza che ha contraddistinto tanti singoli degli anni d’oro.
Di alcuni vecchi pezzi degli AC/DC ci si innamora immediatamente, con questi forse ci vuole un po’ più di tempo.

Le 15 tracce forse sono un po’ troppe e manca un brano che spacca, alla ?Thunderstruck? per capirci. La componente ritmica composta dal possente Phil Rudd alle bacchette e da Cliff Williams alle quattro corde è, inutile dirlo,  trascinante come un Tir guidato da un camionista texano ubriaco. I brani che rimangono più in testa sono ?Anything Goes? , ?Big Jack? , ?War Machine?, ?Wheels?, ?Stormy my day? e ?Black Ice?. Gli altri scivolano via.
Certo è che non sarebbe il caso di perdere questo pezzo di storia del rock a Milano il 19 e 21 marzo 2009 al Datchforum dove il battito del cuore dei fan potrebbe andarci più pesante della batteria di ?Higway to Hell?.

Marco Casciani