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Che rumore fanno delle ciambelle funky?

funkindonuts

Homer guarda una ciambella con glassa rosa e gocce di zucchero arcobaleno, sbava e dice “mmmm aaahghhhaahhh ciambelle…”.

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Poi di colpo tutto intorno diventa coloratissimo e psichedelico che sembra uno degli effetti visivi di Itunes e spunta James Brown con i suoi capelli cotonati e la danza da gallo cedrone, poi di nuovo cambia tutto, adesso quello sfondo colorato è accompagnato dallo “slap” di un basso elettrico che sembra quello dell’inizio di “Higher Ground” dei Red Hot Chili Peppers, infatti sono i Red Hot Chili Peppers in un campo di margherite con dei pantaloni kitsch che cantano tutti insieme il brano di Steve Wonder mentre il finale del pezzo che raddoppia sfuma, grazie all’abilità di un dj raro, in un pezzo rappato fatto di rumori strani tipo sirene della polizia, elicotteri e “scratch” di piatti, solo che non sono i piatti a scratchare ma la chitarra di Tom Morello, infatti è la strofa di “Bullet in The Head” dei Rage Against the Machine che poi diventa bridge lento e cresce sempre di più fino al culmine del pezzo che è come proiettile in testa che in realtà non è altro che la tua Tv che è esplosa mentre facevi zapping. 

I protagonisti di Rumori di Fondo di questo mese sono i Funkin’ Donuts, band capitolina attiva da un paio d’anni. Lo zapping di cui sopra cita tutte le influenze del gruppo evidenti già dal nome: il marchio Dunkin’ Donuts, anche se poco diffuso in Italia, è famoso quasi quanto la Coca Cola. Quando Homer Simpson sbava pensando alle ciambelle, infatti, è proprio a queste che si riferisce. Seconda info utile: il funk come genere di riferimento. James Brown, Parliament, Funkadelic sono solo i nomi più celebri di un genere musicale che negli anni ‘80/’90 si è miscelato al rock dando vita a quei gruppi cosiddetti “crossover” del calibro di Rage Against The Machine e Red Hot Chili Peppers.

Ma c’è una cosa che accomuna tutte queste influenze: l’America. È un genere musicale culturalmente legato alla musica dei neri in America, come il jazz e il blues, quindi implica testi in inglese. I Funkin’ Donuts si giocano la carta della lingua italiana senza sfociare nell’hip hop e il risultato è alquanto originale. Il loro disco d’esordio si chiama Funky Tasty Ko ed è composto di 4 brani: “Guarda avanti”, “Dammi un buon motivo”, “J.B.”, “Drop D”. I quattro componenti si autodefiniscono “il perfetto connubio tra glassa e Funk, tra zuccheri polisaccaridi e Rock, tra obesità e sordità”. Che altro? Se vi siete incuriositi cercate la loro pagina ufficiale su Facebook, aggiungeteli, ascoltate la loro musica, oppure tenetevi aggiornati sulle loro date per assistere ad un loro live!

Marco Casciani