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Damon Albarn – Dr Dee

Bisogna leggersi un po’ la biografia di John Dee per capire meglio il nuovo disco dell’ex Blur e Gorillaz.


Il salto temporale di cinque secoli ci porta in un’Inghilterra ovviamente diversa da quella odierna ma popolata da persone come Mr. Dee quanto mai simili nel carattere e nella voglia di sperimentare ai moderni musicisti inglesi di cui Albarn è forse il più grande esponente.
John Dee era un matematico con un forte debole per l’astrologia, l’alchimia, la magia e l’esoterico. Tutto questo lo portò a diventare un personaggio eccentrico e visionario tanto da meritarsi l’appellativo di Mago e da impressionare con i suoi studi e racconti la regina Elisabetta I che lo volle come suo personale consigliere.
Da qui è partito Albarn per raccontarci, a modo suo, quell’Inghilterra in cui lui trova tanti punti d’incontro affascinanti.
Ovviamente non c’è da aspettarsi un disco pop, rock, hip hop o che contenga qualcuno dei numerosi generi già sperimentati dall’artista. Queste 18 tracce sono una vera e propria composizione teatrale e come tale vanno prese. Chi si aspettava un disco ‘normale’ come quello del collega Coxon dovrà aspettare il live di chiusura delle Olimpiadi con i Blur al completo o che Albarn decida di rimettersi in studio per ridare vita ai Gorillaz. Per ora c’è da analizzare quest’opera che, in alcuni suoi passaggi, risulta un po’ pesante e pretenziosa ma che nel complesso appassiona. Rivivere certi momenti del passato e certe atmosfere mistiche attraverso la musica è un’esperienza unica. Chiudere gli occhi e farsi trasportare indietro nel tempo da strumenti antichi suonati dalla Philharmonic Orchestra della BBC e diretti con maestria da Albarn, è questo probabilmente lo scopo principale dell’artista.
Tra Folk e musica Gotica, lirica e canti rurali Damon Albarn ci porta in una nuova dimensione e dimostra che come un matematico poteva interessarsi di magia, anche un’icona rock può scrivere un’opera teatrale.

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Simone Brengola