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Diaframma @ Big Bang

I Diaframma sono una band storica, che ha scritto un bel capitolo della cultura musicale italiana.

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Correva l’anno 1982 in quel di Firenze quando, assieme agli oramai più “esposti” Litfiba, i Diaframma davano inizio ad una nuova ondata dark-rock. Oggi è il leader Federico Fiumani a continuare il progetto, unendo i suoi splendidi testi, permeati di poesia e malinconia, ad un sound che mantiene lo spirito e le sonorità della new wave, ma che dal vivo si carica di un approccio che sfocia in un punk elettrizzante. Così al Big Bang di via di Monte Testaccio, venerdì 16 luglio, in molti hanno potuto assistere ad un bel live nel mezzo di una caldissima serata dal sapore 80’s. Ad aprire le danze i Mushroom’s Patience, gruppo capitolino nato nel 1985 e capitanato dal musicista e pittore Dither Craf. Il loro è un rock psichedelico, industrial, alienante. Un sound nel quale confluiscono tanti generi, dal folk al noise, alla musica atonale. Particolare la presenza di un elemento aggiunto, mezzo mimo, mezzo attore, incarnazione dell’uomo postmoderno, un impiegato alienato in una società contemporanea monotona e ripetitiva, un personaggio divorato dalla sua stessa routine. Dopo più di un’ora di live ecco Fiumani e Co. salire sul palco. La loro scaletta unisce brani di repertorio dei vecchi Diaframma a quelli più recenti dell’ultimo lavoro “Difficile da trovare”. La formazione è un power-trio: una batteria, un basso e una Telecaster beige attaccata ad un amplificatore Fender accompagnano i testi poetici, quotidiani, dolci, perversi di Fiumani. “Io sono la new wave!” è stata una delle poche frasi dette da Fiumani al pubblico romano, quasi a voler sottolineare maliziosamente con chi stanno avendo a che fare. Poi si continua a comunicare con la musica, grazie a brani come “Siberia”, “Labbra blu”, “Vaiano”, “Fiore Non Sentirti Sola”, “Diamante Grezzo”, “Oceano” e “Gennaio”. Un live potente e coinvolgente, che non ha di certo lasciato delusi i numerosi fan che si pressavano l’un l’altro sotto al palco.
A esibizione conclusa il dj set fa tornare la sala concerto una discoteca rock. Il caldo diventa quasi insopportabile, ma la soddisfazione è tanta. Tornando a casa canticchiare “Gennaio” è inevitabile, in onore anche all’uomo-proiettile che durante il live mi ha spostata di tre metri, preso dalla foga di un pogo sfrenato sotto un Fiumani che urlava quel ritornello-tormentone. Forse era questa la new wave di vent’anni fa, forse era questo che i giovani amavano. Ora posso di certo capirne il perché.

Informazioni:
www.diaframma.org
www.myspace.com/federicofiumani

Serena Savelli