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Editors – Violence

Violence” è il sesto album del gruppo musicale britannico Editors, pubblicato il 9 marzo 2018. Convivono due anime predominanti, quella elettronica degli ultimi album e quella rock che è patrimonio storico dei ragazzi di Birmingham. All’inizio del disco si sente il rumore della neve dato dal synth di “Cold”, che poi vira verso gli anni ’80, con l’aggiungersi di voci elettroniche in sottofondo che avvolgono l’ascoltatore. “Hallelujah (so slow)”, scritta dopo un viaggio nel campo profughi di Qxfam (nel nord della Grecia), ha dato vita a chitarre violente e drum machine penetranti. “Violence” è il terzo brano e dà anche il titolo al disco: elettronico, cupo, etereo. “Darkness at the door” e “Nothingness” procedono filate ricordando gli ultimi Depeche Mode, fino alla trascinante “Magazine”, in cui Smith si scaglia contro l’attuale corruzione degli uomini al potere. Proseguendo l’ascolto, l’emozionante ballata piano e voce “Not sound but the wind” ci riporta nei territori di “Well worn hand” di “An end has a start” (senza cedere nello sdolcinato di “The weight of your love”), mentre “Counting spook” è uno dei brani più ispirati del lavoro, chiuso dalla sentita “Belong”. La band si dice oggi più vicina alle sonorità dei Massive Attack che a quelle degli Arctic Monkeys o degli Interpol, a cui facevano riferimento negli album precedenti. “Violence” è un buon disco, e gli Editors proseguono coerentemente nella ricerca di una propria definitiva identità che sembra non voler mai arrivare, per quanto apprezzabili siano i tentativi. In ogni caso il lavoro è assolutamente apprezzabile.

Guido Carnevale

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