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Graham Coxon – A + E

Tre anni fa Coxon era pronto ad immergersi nella folla e a fare il pieno di lodi e complimenti per la reunion dei Blur.

Questo gli ha dato modo di prendere un’ultima boccata d’aria prima di reimmergersi in quello che per anni era stato il suo “caotico” mondo da star osannata in tutto il mondo. Questo momento di transizione ci aveva regalato un concept album acustico con molti richiami folk rock come “The Spinning Top”.
La quiete prima della tempesta quindi, perché i 3 anni dal 2009 al 2012 hanno visto i 4 Blur protagonisti di esibizioni da migliaia di persone.
Il frutto di tutto questo è “A+E” che si distacca appunto dalle ultime produzioni da solista di Coxon per approdare ad un suono più aggressivo che spazia dal post punk all’electro con qualche azzeccato, e molto nostalgico, richiamo ai primi Blur.
Canzoni come “Advice” ricordano i primi Libertines, sporche e distorte, quasi punk se non fosse per certe melodie sulle quali Coxon è maestro. “City All” cambia subito strada andando su sonorità più wave e post punk con una cassa fissa e martellante. “What’Il It Take” è piena di synth e decisamente più allegra e “danzereccia” rispetto al resto. “In The Truth” ritroviamo il Coxon di qualche anno fa sempre sulla linea post punk. “Seven Naked Valleys” è talmente Blur che avrebbe potuto far parte del loro ultimo disco.
Di certo Coxon non si è mai risparmiato e non ha mai smesso di sperimentare e gli otto album da solista stanno lì a dimostrarlo. In questo “A+E” però troviamo un uomo di 43 anni nel pieno della sua maturità musicale ma capace di giocare ancora con i suoni e di non prendersi mai sul serio, specialmente nei testi dove si interroga anche ironicamente su se stesso. Tutto questo dà vita probabilmente al suo miglior album da solista. Per competere con la grandezza dei Blur però manca sempre l’altro pezzo di nome Albarn.

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Simone Brengola