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Ibrido_Xn: una miscela esplosiva di elettro-rock

Abbiamo avuto l’occasione di ascoltare attentamente il primo full lenght degli Ibrido_Xn, trio laziale che accosta alla potenza dell’Alternative Rock rigorosamente in italiano, sonorità elettroniche, ricordando gruppi come gli Offlaga Disco Pax o i più classici CCCP.

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Il titolo del disco (che prosegue degnamente la strada intrapresa con l’EP “Policarbonato Trasparente”) è “Non Ingerire”, una sorta di avvertimento che sembra essere rivolto al nostro lettore CD. Come se noi, “imboccando” lo stereo per sentire cosa esce fuori dalla mente di questa band, potessimo rischiare di avvelenarlo. In senso positivo, s’intende! Il veleno, l’inquinamento, lo sporco delle mura e delle vie cittadine in contrasto con la raffinatezza, la patina lucente di certa musica insignificante: è questo ciò a cui pensiamo quando ascoltiamo le 10 tracce dell’album. Atmosfere metropolitane, cupe, metalliche che rimandano ad un pensiero nichilista, una visione del mondo e dell’Italia non così scontata come può sembrare (Ascoltate “Io Non Voto”). Eclettismo musicale spinto all’eccesso: si va dal punk al grunge, dal dark al noise, passando sempre per l’elettronica. È chiaro che nella loro “poetica” c’è un riferimento alla società moderna e al suo modo di fruire la musica, in fondo quel non ingerire nasce da una riflessione sul consumo musicale odierno, in cui tutto viene masticato e assimilato senza neanche domandarsi se sia dannoso o meno per noi.
Nel 2008 i tre sono stati votati come Miglior Band Indipendente al celebre M.E.I. di Faenza, il meeting delle etichette indipendenti che ad oggi è un punto di riferimento per l’affermazione di artisti e addetti ai lavori a livello nazionale e underground. Altro punto fermo essenziale di cui parlare riguardo questo progetto è dato proprio dalla label, la Black Fading Records, ideata e concepita da Cristiano Santini, ex lead vocal dei Disciplinatha, una delle band di riferimento del panorama underground italiano durante gli anni ’90. Santini per loro ha curato anche la registrazione e il missaggio, ha avuto quindi un ruolo molto importante nella realizzazione del sound degli Ibrido. Vederli dal vivo in una delle loro prossime date non è cosa da sottovalutare se si è incuriositi dall’uso musicale di oggetti estranei al mondo degli strumenti classici del rock (basso, chitarra, batteria). Anche loro infatti fanno parte di quella schiera di musicisti che non escludono il concetto di rumore all’interno di un discorso musicale e quindi usano campionatori, accendini, cacciaviti e strumenti low-fi selfmade. Si tratta di noise, che dagli Intonarumori del futurista Luigi Russolo negli anni ‘10 del ‘900 si è evoluto sempre di più spianando la strada al rock più sperimentale. Vivamente consigliati!

Informazioni:
www.ibridoxn.com

 

Marco Casciani