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Il sassofono

Proseguono gli appuntamenti con la storia degli strumenti musicali, questa settimana è la volta del sassofono

Il sassofono, saxofono, o, semplicemente, sax, è uno strumento musicale aerofono ad ancia semplice. Il sassofono è inserito nella famiglia dei legni e non degli ottoni poiché, sebbene il corpo dello strumento sia normalmente di metallo (spesso proprio di ottone), ha tra i suoi antenati il flauto ed il clarinetto da cui ha ereditato la struttura, ma anche il materiale; infatti il suo inventore l’ha creato partendo dalla forma del clarinetto basso. L’emissione del suono è provocata dalla vibrazione di un’ancia ricavata da canna comune (Arundo donax). La lunghezza della colonna d’aria vibrante, e quindi l’altezza del suono prodotto, viene modificata attraverso dei fori, controllati da chiavi, sul corpo dello strumento. Fu inventato da Adolphe Sax, da cui ha preso il nome, nel 1840 e brevettato il 22 giugno del 1846. Ha avuto una grandissima e veloce espansione in moltissimi generi musicali grazie alle sue doti di espressività e duttilità.

In generale la famiglia dei sax è presente in quasi tutti i generi musicali moderni, anche se meno nel rock and roll e nella musica elettronica in generale. La tendenza verso la musica sintetica e campionata ha solo scalfito la sua popolarità. A causa della sua recente invenzione, nella musica classica il sassofono è un po’ penalizzato dalla limitata letteratura, ma è tuttavia presente, anche con ruoli di rilievo nelle orchestre sinfoniche: si ricordi l’assolo per sax alto in Il Vecchio Castello dai Quadri di un’esposizione di Mussorgskij orchestrati da Maurice Ravel nel 1922. Inoltre esiste un crescente corpus di musica cameristica originale per sassofoni, spesso in quartetto e di trascrizioni. Dotato di una voce potente e di grande proiezione di suono, il sassofono ha un vasto uso bandistico, ad esempio è molto impiegato nelle bande militari statunitensi, e per questo motivo fu quasi subito presente nelle prime formazioni jazz, un genere musicale di cui è diventato simbolo internazionale.

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Il sax è un ibrido tra il clarinetto, di cui conserva in sostanza il bocchino, e l’oficleide, strumento della famiglia degli ottoni, sebbene venisse costruito in legno, di estensione grave il cui corpo presenta un sistema di chiavi per modulare le altezze dei suoni. Dopo aver realizzato svariati prototipi, Adolphe Sax approdò alla forma definitiva del sassofono adottando come materiale di costruzione l’ottone, in quanto l’utenza principale degli innovativi strumenti di Aldophe Sax era l’orchestra di fiati militare. Il legno presenta una serie di problematiche relative all’usura, ai cambiamenti di clima e di umidità che lo rendono inadatto alla vita militare. Rispetto al clarinetto, che ha un canneggio cilindrico, l’inventore adottò un canneggio conico, simile a quello dell’oficleide, che permetteva una maggiore proiezione del suono e un’emissione completamente differente. Essendo il canneggio di forma e dimensioni differenti il contenuto armonico del suono è completamente diverso.

inoltre, come l’oficleide, il sassofono è uno strumento “ottaveggiante”: lo speciale sistema di foratura dei portavoce, permette di conservare la stessa diteggiatura per l’ottava grave e per quella acuta.

Il sassofono è composto da 5 elementi principali: il bocchino, il collo, il fusto, le chiavi e la campana. Negli strumenti di uso più comune (contralto, tenore e baritono) il bocchino e il collo sono separati e vengono montati sul corpo prima che lo strumento venga suonato. Corpo, chiavi e campana invece, costituiscono un corpo unico. Nel sax soprano, talvolta il collo è parte integrante dello strumento, talaltra è intercambiabile mediante un sistema uguale a quello che si trova su sax alto, tenore e baritono.

Il sassofono viene suonato in piedi o seduti, soprattutto i modelli più pesanti o in situazioni orchestrali, ed è sospeso al collo del musicista tramite un apposito nastro, detto collarino, agganciato al corpo dello strumento. Inoltre esistono innumerevoli modelli di imbracature per scaricare più ergonomicamente il peso dello strumento. Sul corpo dello strumento è avvitato un gancio in cui viene inserito il pollice della mano destra dello strumentista per dare stabilità allo strumento durante l’esecuzione.

Le chiavi servono per chiudere e aprire i fori presenti nel fusto dello strumento, allo scopo di variare la lunghezza della colonna d’aria in risonanza all’interno dello strumento producendo così note di diversa altezza.

I sassofoni moderni hanno in media 23 piattelli premuti da nove dita del musicista: il pollice destro viene usato come punto d’appoggio per assicurare l’equilibrio dello strumento. Il pollice sinistro poggia su un apposito bottone e concorre a controllare lo strumento. Inoltre, con la punta, aziona il portavoce: questa è una chiave che, a parità di posizione, permette l’esecuzione delle note nella seconda ottava. Inoltre si utilizzano il palmo della mano sinistra (note della terza ottava, dal Re al Fa# e sopracuti) e la prima falange dell’indice destro (Si bemolle e varie posizioni della terza ottava e sopracuti).

Secondo la tecnica tradizionale, ogni chiave è associata ad un dito ben preciso, e il suo piattello è posizionato nel punto ergonomicamente più adatto: per alcuni passaggi tecnici si possono utilizzare posizioni delle dita eterodosso. Esistono artigiani specializzati nella realizzazione di strumenti adatti a persone prive di qualche falange o di un’intera mano.

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Mario Grandinetti

Scuola di Musica Artitalia

Via Fontanellato 70, Roma