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Joan as a police woman – The deep field

Ho sempre avuto un debole per Joan Wasser, vero nome dell’artista.

Lei, che ha avuto l’onore ed il privilegio di essere stata la ragazza di quel genio maledetto dalla voce angelica di Jeff Buckley. Non deve essere stato facile per lei allontanare lo spettro del suo defunto ex ragazzo. Io stesso mi sono appassionato a lei stuzzicato, più che dalla sua musica, dalle sue frequentazioni, come se questo fosse un termine di paragone.
Le ho perdonato tanti dischi “incompiuti”, 3 solo negli ultimi 5 anni, convinto che prima o poi avrebbe tirato fuori un album perfetto. Il genio che Jeff Buckley aveva visto in lei e che aveva cantato in “Everybody here wants you” sarebbe uscito e, a quel punto, veramente tutti l’avremmo voluta. Quel momento è arrivato. Una Joan quarantenne e matura inizia il 2011 con 10 tracce che non si discostano molto dalle sue produzioni antecedenti ma che per la prima volta non lasciano dubbi o il senso di aver ascoltato qualcosa di incompiuto. Musicalmente le strutture sono come al solito complesse, ma questa volta si nota uno studio maggiore e i vari violini, fiati e organi si sposano alla perfezione con le chitarre ed i bassi elettrici. Un mix tra acid e classico, tra soul e rock. “The Magic” è un buon singolo di lancio, orecchiabile al punto giusto. In “The Action Man” la fanno da padrone i fiati, “Chemmie” e “Kiss The Specifics” sono prettamente soul mentre “Flash” rivela tutta la bellezza e l’eleganza della voce di Joan.
La maturità può arrivare anche a quarant’anni, gli spettri del passato possono diventare solo un bel ricordo e tutti, qui, possiamo finalmente volere Joan come la voleva Jeff, per di più ora è anche poliziotta.

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Simone Brengola