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Laguna bollente

Laguna Bollente per anni è stato il nome di un noto locale di scambisti a Venezia, ma adesso se lo sono preso Elia Fabbro e Dunia Maccagni per dare il titolo al loro progetto. Rispettivamente basso lui, chitarra e voce lei, se mi chiedete, come e dove li ho scovati vi rispondo che è stato un vero colpo di fortuna! Ci sono infatti delle strade che se le percorri di giorno o di notte non sai mai dove possono portarti, come in un film di David Lynch. Certe band però le puoi trovare soltanto se prima ti sei perso. Appunto i Laguna Bollente sono stati un fulmine a ciel sereno esploso in una cantina umida e buia nell’intercapedine tra le acque salmastre del mare e palazzo Grassi. Infatti, se li andiamo a cercare sul web vediamo che di loro non ci sono tracce; non usano Facebook, Instagram e Spotify. Ma allora come fanno a spaccare senza social? In effetti ci sono rimasto anche io per una band considerata tra le più interessanti della scena alternativa 2020/2021. All’attivo Laguna Bollente ha già due EP dal titolo Nord Sud Ovest Sert e Discocesso usciti per le etichette Badbird indipendent e Dischi Sotterranei. I loro pezzi li trovate soltanto su Youtube e Soundcloud, oltre che ovviamente alle copie fisiche. Ma perché mi piacciono? Sottolineano la tendenza dei giovani di riportare la strumentale al centro del palco e se il basso di Elia suona ossessivo e pesante come se stesse calpestando le castagne per tutti i pezzi, la chitarra di Dunia rumoreggia mentre è attraversata dalla sua voce. Testi surreali, pressappochisti, piuttosto punk, in cui la sessualità e le dipendenze sono spesso messe in gioco. Il successo è quello di saper raccontare realtà fragili, ricche, affrontare temi come disagio di vivere in un mondo in cui bisogna essere perfetti e conformi ad una realtà che ci rifiuta soltanto perché magari non mettiamo la cravatta per andare al lavoro.

Riccardo Davoli

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