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Margherita Vicario

Il cielo d’inverno si tinge di arancione come un dolce tramonto estivo. Il 18 febbraio scorso è uscita, per Island Records, l’ultima divertente fatica di Margherita Vicario, “Orango Tango”. Dopo il successo di “Giubbottino”, “Pincio”, “Piña Colada feat Izi” e la recente collaborazione con Rancore in “Equatore”, Margherita torna sulla scena con un brano frizzante candidandosi per un posto tra le artiste italiane più attese nel 2021. Ricordo Margherita agli inizi della sua carriera quando si faceva le ossa come attrice iniziando a recitare per il teatro, per il cinema e per la tv fino a quando ha cominciato a cantare.

Si esibiva da sola accompagnata dalla sua voce, da una chitarra e alle volte da qualche strumento extra in versione acustica. La Margherita di “Orango Tango” si è fatta donna e pure tosta. Abbandonata l’immagine di ragazza post-adolescente tutta sorrisi e pic nic a Villa Ada, le sue scelte artistiche si sono fatte più consapevoli e l’abito che si è cucita addosso sembra quello giusto. “Il brano nasce da un beat che mi ha proposto il mio produttore, Dade, che fin dal primo ascolto mi ha colpito e a cui mi sono subito affezionata – commenta Margherita – “Orango Tango” è un pezzo dinamico e divertente, forse il brano più surrealista su cui ho mai lavorato, in cui si incontrano mille mondi e mille personaggi diversi – e ancora – È un sogno senza freni o inibizioni, un non luogo in cui ancora una volta, ma in questo caso in maniera più sfacciata, dico la mia”. Il singolo è davvero brillante e la variante urban di Margherita mi convince non lasciando dubbi.

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“Orango Tango” si vede e si sente procedendo con grande destrezza in quel tipico mood da pizzico e carezza. Se da un lato ci perdiamo comodamente tra le grinfie ruffiane di un cocktail tropicale dal sapore danzereccio, dall’altra invece Margherita non risparmia frecciatine molto dirette nei confronti di De Luca e della Meloni. La clip diretta da Attilio Cusani (fotografo e regista che negli anni ha collaborato con artisti come Mahmood, Elisa e Elodie) e prodotta da Anemone film, inserisce Margherita in un’estetica glam e pulp che, come un’autentica eroina Tarantiniana, si mostra a suo agio nell’interpretazione di ogni ruolo.

Linguaggio tagliente, versi irriverenti e assonanze effervescenti ci portano nella giungla di “Orango Tango”, safe zone popolata da cowboy, oranghi, trapper e politici in cui sogno e realtà si confondono benissimo e dove Margherita, da giocatrice intelligente, sceglie di calare i suoi assi al momento giusto.

Riccardo Davoli